Duquesnoy, François, detto Francésco Fiammingo
scultore fiammingo (Bruxelles 1597-Livorno 1643). Allievo del padre, Jérôme il Vecchio (Quesnoy ca. 1570-Bruxelles 1641) – autore di numerose sculture eseguite con materie diverse per palazzi e chiese di Bruxelles (sua è la famosa fontana del Manneken-Pis) –, ottenne nel 1618 una pensione per studiare a Roma, dove si procurò una certa fama come autore di piccole sculture in avorio e legno e di rilievi con putti (Baccanale, Roma, Galleria Doria Pamphili). Successivamente ebbe importanti commissioni da papa Urbano VIII (la monumentale statua di Sant'Andrea, alla base di uno dei pilastri della cupola della basilica di S. Pietro), dal cardinale Barberini e da ricchi connazionali (monumenti funebri in S. Maria dell'Anima; Santa Susanna in S. Maria di Loreto). Ammiratore di opere antiche e amico di N. Poussin, Duquesnoy fu, nei confronti della corrente berniniana, uno degli esponenti del nuovo classicismo, destinato a diffondersi in campo internazionale: le sue opere vennero spesso imitate e i suoi modelli in cera e terracotta molto ricercati dai collezionisti. Scultore fu anche il fratello Jérôme il Giovane (Bruxelles 1602-Gand 1654), che fu in Spagna, in Portogallo e quindi a Roma con François per alcuni anni. Iniziò un'attività vera e propria soltanto al suo rientro a Bruxelles, dove fu nominato architetto e scultore di corte (1645). Tra le sue opere, le statue dei quattro apostoli per St. Gudule a Bruxelles e il monumento funebre del vescovo Antonio Triest nella cattedrale di St. Bavon a Gand.