Driopitècine
sf. pl. [da driopiteco]. Gruppo di Primatiantropomorfifossili oggi considerato una superfamiglia (Dryopithecinae) alla quale vengono assegnate alcune famiglie di Preominidi fossili un tempo considerate nel phylum evolutivo dell'uomo ma oggi attribuite alle Scimmie antropomorfe (Preconsulidae, Dryopithecidae, Pliopithecidae, Limnopithecidae). I reperti più numerosi e diversificati provengono dall'Africa settentrionale e orientale e vengono datati a partire da 25 milioni di anni fa fino a 8 milioni di anni fa; non pochi resti, risalenti a 20-8 milioni di anni fa, provengono dall'Europa (Francia, Italia, Grecia) e dall'Asia meridionale (Medio Oriente, India, Cina meridionale). Tali reperti mostrano una notevole variabilità morfologica che ne giustifica la divisione in più famiglie i cui rapporti filetici non sono, però, ancora ben definibili a causa della frammentarietà dei resti fossili. Caratteristiche comuni sono la struttura scheletrica decisamente scimmiesca, con arti anteriori piuttosto lunghi e mani adatte alla deambulazione arboricola; arti posteriori inadatti alla stazione eretta, con piedi simili a quelli degli attuali Pongidi; cranio di piccola capacità con faccia allungata anteriormente, forti canini, premolari eteromorfi, molari inferiori con tre tubercoli dal lato esterno e due da quello interno. L'ambiente in cui vissero le Driopitecine era ancora di tipo forestale aperto, per cui tali esseri non tendevano a specializzarsi per la deambulazione sul terreno (per tale motivo si esclude un diretto legame con la filogenesi umanoide); le loro caratteristiche scheletriche fanno presupporre che si tratti di forme “aperte”, poco specializzate, tanto che possono aver avuto radiazioni evolutive diverse in funzione dei vari ambienti in cui vissero e aver portato, in tempi molto lunghi, alla comparsa dei Pongidi fossili; in ogni caso, la separazione tra le forme africane e quelle asiatiche dovrebbe essere molto remota. I soli aspetti che fecero attribuire le Driopitecine al phylum degli Ominidi sono: il disegno dei molari inferiori; l'assenza del torus sovraorbitario; la mancanza della tipica “placca” scimmiesca della mandibola. Di contro, la forma del cinto pelvico, degli arti, del cranio è decisamente scimmiesca. Si ritiene, pertanto, che le Driopitecine siano un “ramo” evolutivo derivato, insieme con quello che portò agli Ominidi, da un comune antenato. Solo il ritrovamento di un buon numero di reperti sufficientemente completi potrà chiarire il rapporto che tali esseri hanno avuto con il processo della ominazione.