Digióne, Scuòla di-
gruppo artistico formatosi a Digione, in Borgogna, per il mecenatismo di Filippo l'Ardito (1364-1404) e di Giovanni Senza Paura (1404-1419). Per le particolari relazioni politiche del ducato, a Digione si attuò un'originale sintesi del gotico francese con il nascente realismo borghese delle Fiandre e con il gotico italiano mediato dalla Provenza. Negli ateliers che sorsero per i lavori dell'abbazia di Champmol e del palazzo di Germolles si definirono le tipologie caratteristiche della scultura di Digione. Claus Sluter, con la tomba di Filippo l'Ardito (Digione, Museo), inaugurò il modello del monumento funebre composto da un basamento e due schiere di ploranti che sorreggono la statua giacente del defunto, modello replicato in altre tombe, fra cui quella di Philippe Pot di Antoine Le Moiturier (Parigi, Louvre). Dalle statue dei profeti del “pozzo di Mosè” di Champmol, sempre dello scultore mosano, derivarono numerose statue devozionali di santi, caratterizzate da un vigoroso realismo; mentre dalla Vergine del portale dell'abbazia si sviluppò una serie di Madonne dai pesanti panneggi a pieghe spezzate (Madonna di Notre-Dame di Auxonne). Una particolare preferenza fu data, sia in pittura sia in scultura, alla rappresentazione del Cristo morto, contribuendo in maniera rilevante a fissare l'iconografia della Pietà e della Deposizione (Pietà dell'Hôpital du St.-Esprit a Digione). Difficile riesce una sicura attribuzione dei dipinti, che andarono presto dispersi, ai vari pittori di cultura franco-fiamminga attivi per i duchi (J. de Beaumetz, Jacquemart de Hesdin, J. Bondol, J. Coene, ecc.). Si possono comunque collegare a Digione tre gruppi distinti di opere. Al primo appartengono le ante del polittico di Baerze (Digione, Museo di Belle Arti) di M. Broederlam, che le inviò a Digione da Ypres nel 1399; opera di netto stile fiammingo, fu uno dei modelli della pittura di corte. Al secondo gruppo appartengono le opere italianizzanti, legate ai modi della miniatura parigina; fra queste, il Dittico Carrand (ca. 1380-90, Firenze, Bargello) e il dittico di Berlino (ca. 1390-1400). Il terzo gruppo comprende i dipinti in cui lo stile digionese, in precedenza alternativamente influenzato da quello fiammingo e da quello italiano, raggiunge una precisa caratterizzazione tipologica. Capolavori sono la Deposizione (ca. 1380-90), la Piccola Pietà rotonda (1400), il Martirio di St.-Denis di Henri Bellechose, la Grande Pietà rotonda attribuita a Jean Malouel, tutte conservate al Louvre.