Contarini
antica e nobile famiglia veneziana, le cui prime notizie risalgono al sec. XI. Appartenente al patriziato mercantile, contribuì all'espansione commerciale della Repubblica (ramo delZaffo, trasferitosi a Giaffa) e conservò a lungo grande potenza economica anche quando le fortune della Serenissima cominciarono a declinare, grazie agli estesi possessi di terraferma acquistati durante i sec. XIV e XV. Tra i suoi membri più famosi, Domenico (m. 1071), doge dal 1043 e duca di Dalmazia dal 1052, ricostruì Grado incendiata dal patriarca di Aquileia e riprese Zara agli Ungari. Jacopo, eletto doge nel 1275, dovette combattere con Ancona e Aquileia e per conservare l'accordo con Genova fu costretto a mettersi in urto con Pisa. Andrea (1297-1382), doge nel 1368, affrontò le guerre con Trieste (1368), con i Carrara (1372-74) e contro Genova (guerra di Chioggia, 1378-81), sconfiggendo gli avversari. Bartolomeo (sec. XV), avvelenata la moglie per sposare Chiara Zorzi, che reggeva il Ducato di Atene in nome del figlio minorenne Francesco (1453), sperò di essere riconosciuto duca da Maometto II, ma fu soppiantato da Francesco Acciaiuoli, nipote della Zorzi. Alle sue proteste, Maometto occupò direttamente Atene e l'annetté all'impero (1456). Ambrogio (m. 1499), inviato al re di Persia per spingerlo a combattere i Turchi, effettuò un avventuroso viaggio (1474-77) la cui relazione fu pubblicata per la prima volta nel 1486. Gaspare (Venezia 1483-Bologna 1542), ambasciatore della Serenissima presso Carlo V (1521-28) e presso la Curia romana, fu creato cardinale da Paolo III (1535) e con lui collaborò alla riforma interna della Chiesa reprimendo abusi e stendendo il Consilium de emendanda Ecclesia (1537). Inviato come plenipotenziario alla Dieta di Ratisbona (1541) per tentare un accordo con i luterani, sollevò diffidenze con un'ambigua formula sulla “giustificazione” e, dopo il suo ritorno a Roma, fu dapprima costretto a difendersi da varie accuse e poi messo in disparte. Francesco (m. 1624), ambasciatore presso Paolo V dopo la crisi dell'interdetto (1607-09), fu eletto doge nel 1623. Nicolò (m. 1631), eletto doge nel 1630, ebbe funestato il suo unico anno di governo dalla peste in cui morirono 60.000 veneziani. Carlo (m. 1656), doge nel 1655, durante il cui dogato Francesco Ambrosini vinse i Turchi nei Dardanelli. Domenico (m. 1675), doge dal 1659, dopo aver perduto Candia (1669) nella guerra contro i Turchi, concluse la pace nel 1671. Alvise (m. 1684), eletto doge nel 1676, rinsanguò le finanze veneziane dissestate dalla lunga guerra di Candia e mirò a mantenere lo Stato al di fuori di ogni conflitto, ma fu costretto ad aderire alla lega contro i Turchi stretta tra il papa, l'Impero e la Polonia.