Cecchini, Loris
artista italiano (Milano 1969). Ha esordito modellando materie morbide e duttili quali plastica, resina, gomma, cellulosa, da cui ha estratto sculture "impraticabili" (per esempio la cella carceraria ricostruita in plastica presentata alla Biennale di Venezia 2001), passando in seguito anche alla realizzazione di stampe fotografiche su supporti minuscoli e inusuali (come la carta dei chewing-gum) e all' esplorazione delle potenzialità del digitale, inventando una forma d'arte del tutto singolare. Cecchini costruisce modellini di immaginarie periferie urbane, ambienti metropolitani, ruderi tipici delle nostre città, in cui inserisce oggetti del mondo ludico infantile quali giochi, sabbia, ghiaia, che poi fotografa a distanza molto ravvicinata (Stage evidence, 1999; No casting, 1999). Con tecniche di fotocomposizione digitale inserisce nelle immagini persone fotografate per strada, gente comune in situazioni di attesa, riposo, osservazione; ricrea in tal modo un assurdo mondo immaginario che appare molto simile a quello creato dalla fiction e, in generale, dai mass media.