Carìssimi, Giàcomo
Indicecompositore italiano (Marino, Roma, 1605-Roma 1674). Non si conosce la sua formazione: a 18 anni era cantore nel duomo di Tivoli, dove fu organista dal 1625 al 1627. Fu quindi maestro di cappella ad Assisi (1628-29) e, dal 1630 alla morte, nella chiesa di S. Apollinare presso il Collegio germanico-ungarico a Roma. La produzione di Carissimi è determinante in entrambi i generi da lui soprattutto coltivati: l'oratorio e la cantata. Fu il primo a dare forma, impronta, carattere all'oratorio conferendogli una dimensione epico-narrativa che differenziò lo spirito di questo genere da quelli degli altri due sorti contemporaneamente con l'affermarsi dello stile monodico: l'opera e la cantata. Lo stile monodico di Carissimi ha una notevole capacità di adesione alla parola, una forza evocativa di grandissima efficacia e di profonda penetrazione psicologica; a esso si affianca l'uso del coro, che interviene con diverse funzioni. Tra i più di 30 oratori di Carissimi: Jephte, Judicium Salomonis, Jonas, Balthasar, Daniele, Historia divitis, Diluvium universale, Extremum Dei Judicium. Anche gli altri lavori sacri (messe e mottetti) sono di grande rilievo. Le cantate (oltre 220) non sono tutte di carattere profano: il temperamento drammatico di Carissimi, che nell'oratorio si ispira al testo biblico, si rivolge anche in due cantate italiane al tema del Giudizio universale. Anche nelle cantate sono presenti i caratteri stilistici essenziali di Carissimi: la sobrietà dei mezzi e la vigorosa plasticità della linea vocale, che si piega alle più varie inflessioni formali; nella libertà di queste composizioni non è sempre facile distinguere recitativi, arie, ariosi. Gli atteggiamenti espressivi sono molteplici: gli accenti tragici, amorosi, pastorali e burleschi prefigurano i principali caratteri che la cantata assumerà. Ricordiamo tra gli esempi più alti Dunque degl'horti miei e il Lamento di Maria Stuarda.
F. Ghisi, Il lamento in morte di Maria Stuarda di Carissimi, Milano, 1951; L. Bianchi, C. Scarlatti, Stradella e l'oratorio musicale, Milano, 1966; F. Beri, Judicium Salomonis, Milano, 1974.