Campbell, Norman Robert
fisico e filosofo della scienza inglese (Colgrain, Dumbarton, 1880-Nottingham 1949). Lavorò (1903-10) al Cavendish Laboratory sotto la guida di J. J. Thomson e dal 1919 al 1944 fu ricercatore della General Electric Company. Benché fisico di professione, i suoi maggiori meriti gli sono riconosciuti nel campo della filosofia della scienza. Nelle opere Principles of Electricity (1912) e Physics: the Elements (1920) sostenne, contro il positivismo, una netta distinzione fra leggi sperimentali, costituite da concetti stabiliti mediante procedimenti strumentali od operativi, e teorie contenenti invece idee, che possono riferirsi anche a entità non osservabili, e la cui funzione consiste nel collegare un insieme di leggi sperimentali e nel suggerire nuove ipotesi di ricerca. Perché tale funzione possa realizzarsi occorre che le idee teoriche siano connesse ai concetti sperimentali mediante regole che stabiliscono una corrispondenza fra alcuni, non tutti, i termini di una teoria e i dati di osservazione. Il fatto che uno stesso insieme di leggi sperimentali possa essere dedotto da un numero indefinito di possibili ipotesi sembra togliere a una teoria il requisito di vera spiegazione, requisito che può tuttavia essere riconosciuto alla teoria nella misura in cui essa presenta un'analogia con le leggi sperimentali, oltre che per la semplicità e l'eleganza della sua struttura e il suo potere di anticipare nuovi campi di indagine. Fra i vari problemi di cui si è occupato Campbell vi è anche quello della misurazione. A questo proposito egli ritiene che nessuna nuova quantità misurabile venne mai introdotta nella fisica se non per suggerimento o risultato di una qualche teoria.