Caldera Rodríguez, Rafael
uomo politico venezuelano (San Felipe 1916). Già nel 1934 alla guida della gioventù cattolica del Paese, nel 1946 fondava il Comité de Organización Política Electoral Independiente (COPEI), divenuta in seguito la sigla del Partito socialcristiano del Venezuela. Candidato del suo partito alla presidenza della Repubblica per ben 4 volte, veniva eletto nel dicembre 1968. Nel corso del suo mandato (1969-74) metteva in opera un programma di moderate riforme economiche e sociali, nel tentativo di superare la grave congiuntura economica ed estirpare la guerriglia dall'interno del Paese. Senatore a vita per il COPEI dal 1974, presidente del Consiglio Interparlamentare (1980-1983), nel 1993, alla guida di uno schieramento costituito da una coalizione di forze di sinistra e nazionaliste, veniva nuovamente eletto presidente della Repubblica. La grave situazione del sistema finanziario venezuelano, ormai prossimo al collasso, costringeva Caldera a decretare lo stato di emergenza, con la sospensione di alcune garanzie costituzionali, e a imporre severi controlli sui cambi e sui prezzi, per assicurare al suo Paese il sostegno finanziario del FMI (3 miliardi di dollari nel 1996). Gli elevati costi pagati (liberalizzazione del settore petrolifero, aumento della pressione fiscale, blocco dei salari) per il raggiungimento dell'obiettivo facevano però lievitare il malcontento popolare e il partito di Caldera subiva una battuta d'arresto alle elezioni legislative del novembre 1998 e una cocente sconfitta a quelle presidenziali del dicembre successivo, quando il suo candidato veniva superato da H. Chávez Frías, leader del Movimento per la quinta repubblica (MPV).