Black Lives Matter
Movimento antirazzista fondato nel 2013 negli Stati Uniti d’America da Alicia Garza, Patrisse Cullors e Opal Tometi in seguito all'assoluzione del vigilante George Zimmerman, che nel febbraio 2012 aveva ucciso a colpi di arma da fuoco il diciassettenne afroamericano Trayvon Martin. Il movimento (acronimo BLM, in italiano "le vite dei neri contano"), sviluppatosi in forma spontanea all’interno della comunità afroamericana, vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica non solo il fenomeno delle uccisioni degli afroamericani da parte della polizia statunitense (profilazione razziale), ma anche problemi più ampi come la brutalità delle forze dell’ordine e le disparità etniche nel sistema giuridico americano. Privo di una organizzazione strutturata, Black Lives Matter si è mobilitato nel 2014 in seguito alla morte di due afroamericani uccisi da agenti di polizia, con proteste sfociate in rivolta nella città di Ferguson, e in modo ancor più massiccio nel 2020 a seguito dell’uccisione di George Floyd, arrestato dalla polizia per il presunto spaccio di una banconota falsa. In conseguenza di quest’ultimo evento si sono registrate manifestazioni, anche violente, a Minneapolis, New York, Detroit, Los Angeles, Atlanta, Portland e Richmond. Proteste si sono avute anche in Europa. In molte città statunitensi ed europee le contestazioni hanno coinvolto monumenti celebrativi di personaggi storici ritenuti razzisti, che sono stati oggetto di vandalismi e abbattimenti.