Berberova, Nina
scrittrice russa (Pietroburgo 1901-Filadelfia 1993). Dopo aver frequentato i circoli intellettuali della Pietroburgo prerivoluzionaria e aver pubblicato una raccolta di poesie, emigrò nel 1922 a Parigi dove tradusse importanti opere dal russo e scrisse una biografia di Čajkovskij (1936), tradotta in italiano nel 1993. È del 1938 lo splendido racconto L'accompagnatrice, tradotto in italiano nel 1987, dove è narrata, con finezza psicologica, la storia di un rapporto di amicizia fra donne di diversa condizione sociale. Trasferitasi negli Stati Uniti, continuò a scrivere mentre insegnava letteratura russa all'Università di Yale. La sua storia è strettamente legata a quella della cultura russa, dapprima in patria poi all'estero, dove frequentò il fior fiore dell'emigrazione intellettuale, come racconta nella sua monumentale autobiografia, uscita in America nel 1969 ma tradotta in italiano solo nel 1989 col titolo Il corsivo è mio. Un'opera di raro interesse che ricostruisce “lo spirito dei tempi”, il senso di un'esperienza umana e intellettuale, vissuta con energia e partecipazione: temi che ritornano in Alleviare la sorte, uscito in Italia nel 1989. Nel 1991 è stato pubblicato in traduzione italiano Il caso Kravčenko, appassionata cronaca di un clamoroso processo tenutosi a Parigi nel 1949 in cui vennero denunciati per la prima volta gli orrori dello stalinismo. Molti sono gli inediti lasciati dall'autrice russa che lentamente vengono pubblicati dopo la sua morte, come Le signore di Pietroburgo e Capo delle Tempeste. Il primo romanzo postumo è stato pubblicato nel 1995 con il titolo di Felicità. È un romanzo ambientato nella Parigi degli anni Trenta, come molti altri titoli della Berberova, ma insolito per struttura e dimensioni.