Baldacchini, Francésco Savèrio
letterato italiano (Barletta 1800-Napoli 1879). Acceso sostenitore del purismo e seguace del Puoti, non fu immune da influssi romantici, anche per l'amicizia fraterna che lo legò al De Sanctis. Il suo romanzo Ugo da Cortona (1839) rinverdì la polemica tra classicisti e romantici; e vasta eco aveva suscitato negli ambienti artistici l'altro romanzo Claudio Vanini o l'Artista (1836). Nei suoi saggi (Del fine immediato di ogni poesia, 1835; Dei generi storici, 1844) sviluppò in modo originale il pensiero del Vico. Fu noto anche come poeta e come traduttore dal greco, dal tedesco e dall'inglese: apprezzata soprattutto la sua traduzione dell'Alastor di Shelley. In politica fece parte della corrente neoguelfa; fu deputato nel 1861 e senatore dal 1868.