Bòine, Giovanni
scrittore italiano (Finale Marina, Savona, 1887-Porto Maurizio 1917). Nella sua breve esistenza distrutta dalla tisi espresse i fermenti di una cultura novecentesca incerta tra filosofia e religione, pragmatismo e idealismo, culto del “frammento” e impegno narrativo e morale. Aderì dapprima al modernismo e pubblicò sulla rivista Rinnovamento studi su San Giovanni della Croce, Serveto e Calvino; poi fece parte a sé e lasciò testimonianza della sua complessa problematica religiosa nei saggi raccolti nel volume postumo La ferita non chiusa (1921), in cui sostenne l'insostituibilità e la validità della coscienza individuale. Collaborò fino al 1914 alla Voce, quindi polemizzò con l'“idealismo militante” di Prezzolini e scrisse assiduamente sulla rivista Riviera Ligure di M. Novaro. Qui apparvero Il peccato e altre cose, prose narrative in realtà densamente liriche; Frantumi, serie di pensieri e aforismi; Plausi e botte, cronache letterarie in cui all'aggressività polemica si alterna la sincera volontà d'incontro spirituale con gli scrittori del tempo. Critico acuto e ricco di intuizioni, anche se non organico, Boine concepì la poesia come una forma di espressione totale, in cui l'esperienza artistica coincide con la meditazione filosofica.