Asclepìade di Bitìnia
medico greco d'origine asiatica (Prusa, Bitinia, 130 a. C.-Roma ca. 40 a. C.). Dopo aver studiato filosofia e medicina ad Alessandria, svolse l'attività di medico ad Atene e quindi a Roma (dal 91), dove divenne tanto famoso da contribuire fondamentalmente a modificare la scarsa considerazione in cui sino ad allora era tenuta presso i Romani l'arte sanitaria. Seguace della scuola atomistica, concepì il corpo umano come costituito da atomi capaci di influenzarsi l'un l'altro per via meccanica, facendo derivare i fenomeni vitali e quelli patologici dal movimento di tali atomi: vi sarebbe salute finché essi possono muoversi a loro agio, esisterebbe invece malattia con l'insorgenza di qualche turbamento in tale movimento. Negando ogni finalismo alle forze vitali, Asclepiade è fautore di una concezione meccanicistica in biologia e in medicina, contrastando quindi le tesi umoralistiche di Ippocrate; distinse per primo le malattie acute da quelle croniche. In linea con queste tesi sono le terapie da lui ritenute più valide (vita igienica, cure climatiche, diete speciali, massaggi, idroterapia, ginnastica).