Andrić, Ivo
prosatore serbo (Travnik 1892-Belgrado 1975). Studiò al ginnasio-liceo di Sarajevo e seguì poi i corsi della facoltà di lettere e filosofia a Zagabria, Vienna, Cracovia e Graz, dove si laureò nel 1923. Entrato nel servizio diplomatico iugoslavo, ebbe incarichi a Roma, Bucarest, Madrid, Ginevra e Berlino. Durante la seconda guerra mondiale soggiornò a Belgrado, in operoso ritiro, lavorando a opere che gli valsero il premio Nobel nel 1961. Dopo aver sofferto la prigione e il confino durante la guerra 1914-18 a causa della sua attività irredentistica, al termine del conflitto lo scrittore raccolse i propri pensieri sulla tragedia che aveva sconvolto il mondo in due libri di meditazioni, pervasi da un senso di profonda solidarietà verso tutti quanti avevano sofferto: Ex Ponto (1918) e Inquietudini (1920). Il viaggio di Alija Ðerzelez (1920) è il primo di una lunga serie di Racconti che Andrić pubblicò in tre volumi (1924, 1931 e 1936), cui avrebbero fatto seguito Nuovi racconti (1948), Il cortile maledetto (1954), Volti (1960) e Amore nella kasaba (1963). Andrić è però soprattutto l'autore di tre romanzi, editi nel 1945: La signorina, La cronaca di Travnik e Il ponte sulla Drina. Il primo di essi è imperniato su una donna che per tutta la vita insegue sfrenatamente il sogno della ricchezza; il secondo narra una lotta diplomatica sostenuta da due consoli nella Bosnia ottomana al tempo di Napoleone; il terzo è un ampio panorama di storia bosniaca, ricostruita attorno alle vicende del ponte sulla Drina a Višegrad. Specialmente gli ultimi due romanzi rivelano la robusta tempra artistica dell'autore e la sua perfetta padronanza dei mezzi espressivi. Servendosi di una scrittura lenta e vigorosa, che non ha l'eguale in tutta la prosa serba, Andrić rievoca avvenimenti internazionali e vicende locali, disegnando con raro equilibrio scene e personaggi della natia Bosnia.