Alte Pinakothek
museo di Monaco di Baviera. La raccolta, iniziata dai duchi di Baviera agli inizi del Cinquecento, quando ebbe una prima sistemazione ad opera di Massimiliano I (1597-1651) comprendeva soprattutto opere di maestri tedeschi. Con gli acquisti di Massimiliano II Emanuele (1679-1726) si aggiunse il primo cospicuo gruppo di opere di maestri olandesi e fiamminghi (tra cui un lascito personale di Rubens), che venne sistemato nel castello di Schleissheim. Il maggiore incremento delle collezioni si ebbe alla fine del Settecento, allorché Carlo Teodoro del Palatinato, nuovo duca di Baviera dal 1777, si trasferì a Monaco portando con sé le raccolte di dipinti di Mannheim (olandesi del Seicento) e di Düsseldorf (32 Rubens; la Sacra Famiglia Canigiani di Raffaello; la serie della Passione di Rembrandt; ecc.). Altri dipinti provennero dalle chiese e dai monasteri secolarizzati in epoca napoleonica. Cospicua fu pure l'attività del re Luigi I, che acquistò la collezione Boisserée (antica pittura tedesca e dei Paesi Bassi) e la collezione Wallenstein (pittura sveva e tedesca meridionale), ma soprattutto unificò le collezioni principesche e aprì al pubblico l'edificio dell'Alte Pinakothek, fatto costruire tra il 1826 e il 1836 dall'architetto Leo von Klenze. A metà Ottocento vennero separate le opere moderne e contemporanee, con le quali fu costituita la Neue Pinakothek. L'Alte Pinakothek conserva il maggior nucleo esistente di pitture di maestri antichi tedeschi (Pacher, Holbein, Dürer, Altdorfer, Grünewald, Hans Baldung “Grien”, i Cranach, Elsheimer, ecc.), un insieme eccezionale di opere di maestri fiamminghi e olandesi (Rembrandt, S. e J. Ruysdael, Van Dyck, ma soprattutto Rubens) e alcuni capolavori della scuola italiana (l'Annunziata di Antonello da Messina, la citata Sacra Famiglia Canigiani, la Madonna Tempi e la Madonna della Tenda di Raffaello, l'Incoronazione di spine di Tiziano), francese (Poussin, Lorraine, Fragonard) e di quella spagnola (Murillo, Velázquez).