Ady, Endre
poeta e giornalista ungherese (Ermindszent 1877-Budapest 1919). È la personalità più forte e originale della lirica magiara moderna. Dopo due volumi di poesie (1899 e 1903) in cui è ancora alla ricerca di se stesso, con Versi Nuovi (1906) Ady intonò il suo canto nuovo in cui identificava il proprio destino con quello della nazione. Con questa raccolta Ady rinnovò la lirica magiara nella forma e nel contenuto, sollevando scalpore negli ambienti più diversi, letterari e politici. In Ady vivono e si sovrappongono diversi contrasti: quello religioso tra protestantesimo e cattolicesimo, quello sociale (fu orgoglioso della sua origine nobiliare, ma fu un nobile povero, di tendenze socialiste), quello politico (di fede democratica, ma di gusti aristocratici, fu un nietzschiano). Tutti questi contrasti contribuivano a tenere il suo intelletto in una feconda tensione, alimentata anche da frequenti soggiorni a Parigi e dal suo amore per “Leda”. Dal 1906 al 1914 pubblicò quasi ogni anno un volume di poesie: Sangue e oro (1907), Sul carro di Elia (1908), Amerei che mi amassero (1909), I versi di tutti i segreti (1910), La vita che fugge (1912), Chi mi ha visto (1914), cui seguirono Alla testa dei morti (1918), Ultime navi (postumo, 1923). In tutte il poeta mette a nudo il suo animo, esprimendo con personale linguaggio simbolista, le contraddizioni, le nostalgie, i desideri che lo agitano, un profondo sentimento religioso, il terrore della morte, e denunciando l'arretratezza della sua patria e l'aspirazione a un miglioramento delle condizioni del suo popolo.