Ḥusayn ibn Talāl
re di Giordania (ʽAmman 1935-1999). Succedette nel 1952 al padre Talāl e fino al 1953 rimase sotto la reggenza di tre notabili giordani. La politica di Ḥusayn ha sempre oscillato tra il tentativo di allineare la Giordania su posizioni giudicate d'avanguardia nel mondo arabo (entrata in guerra nel 1967; “apertura” verso i nazionalisti palestinesi del 1968-70; riconoscimento dell'OLP quale unico organo rappresentante i Palestinesi nel 1974) e la volontà di riunire nelle sue mani ogni potere (colpo di stato del 1957 contro i militari nasseriani; repressione nel 1970-71 del movimento palestinese). Nel 1981 aderì al piano di pace approvato al vertice arabo di Fez, cercando di conciliarlo con il programma presentato dal presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan nel 1982; nel 1984 stabilì un piano di azione comune con ʽArafāt per l'instaurazione di uno Stato confederato tra Giordani e Palestinesi. Monarca di un Paese povero, al centro di tutte le tensioni del mondo arabo, Ḥusayn, anche se non senza contraddizioni, riuscì a mantenere una linea di equidistanza evitando alla Giordania un coinvolgimento diretto nella guerra del Golfo. Ciò gli consentì di ridimensionare il fenomeno dell'integralismo interno e di potersi nuovamente collocare sulla scena internazionale (Conferenza internazionale di pace sul Medio Oriente, apertasi a Madrid il 30 ottobre 1991), giocando un ruolo attivo nel processo di pace con Israele con cui siglò un importante accordo nel 1994. Al forte impegno sul piano internazionale Ḥusayn. accompagnò anche un intelligente processo di relativa liberalizzazione interna, favorendo, in tal modo, l'emergere di forze moderate atte a ridimensionare le componenti più radicali dei movimenti politici mossi dal sentimento religioso. La stabilità raggiunta nei rapporti con Israele consentì al sovrano hashimita di proporsi come uno dei mediatori più credibili nel contenzioso ancora aperto tra quel Paese e i Palestinesi e in tale veste egli lanciò (marzo 1997) un forte richiamo al premier ebraico Netanyahu perché sospendesse la creazione di un nuovo insediamento a Gerusalemme, divenuto un grave ostacolo al negoziato con i Palestinesi. Pur macchiata dall'azione di un esaltato dell'esercito giordano, che provocò la morte di alcune ragazze israeliane, l'instancabile opera di mediazione di Ḥusayn produsse i suoi frutti nell'ottobre 1998, con la firma a Washington da parte di ʽArafāt e Netanyahu del “Memorandum di Wye”, accordo che rappresentò una tappa importante nel processo di pace in Medio Oriente. Dopo questo successo lo stanco Ḥusayn, minato da una lunga e grave malattia, dovette far fronte a una crisi interna determinata dall'accusa di abuso di potere nei confronti del fratello Ḥusan, nominato reggente 32 anni prima. Il sovrano giordano lo sostituì con il figlio ʽAbd Allāh II che, alla sua morte, gli subentrò al trono.