Šeršenevič, Vadim Gabrielevič
poeta russo (Kazan 1893-Barnaul 1942). Tra i principali esponenti del futurismo e del gruppo degli Imaginisti (1919-24), esordì con versi legati alla tradizione artistica del simbolismo (Il disgelo primaverile, 1911; Carmina, 1913; Cipria romantica, 1913), negando la necessità che le metafore di una poesia dovessero essere collegate da una unità di base. Tra i suoi volumi di versi imaginisti spiccano Il cavallo come cavallo (1920), I merciai della felicità (1920), Le cooperative dell'allegria (1922). Scrisse anche alcuni saggi, quali Il futurismo senza la maschera (1913), La via verde (1916), 2×2=5 (1920), A chi stringo la mano (1924), dedicati soprattutto al futurismo. Dopo il 1930 lavorò per il teatro, traducendo W. Shakespeare, P. Claudel, P. Corneille ecc.