Ètica protestante e lo spìrito del capitalismo, L'-
opera di Max Weber pubblicata nel 1904-05 con il titolo Die protestantische Ethik und der Geist des Kapitalismus e presente in diverse traduzioni italiane. Quest'opera del sociologo tedesco ha un suo posto preciso nella letteratura sul capitalismo e soprattutto sulle sue origini. La tesi proposta è che ci sia una significativa corrispondenza tra lo spirito del protestantesimo e lo spirito del capitalismo. Weber, che ha presente soprattutto le idee calviniste, riassume l'etica protestante in cinque punti: 1) esiste un Dio trascendente creatore e governatore del mondo che lo spirito dell'uomo non può cogliere; 2) questo Dio ha predestinato ciascuno di noi alla salvezza o alla dannazione e nessuna delle nostre opere può influire su questo destino; 3) il mondo è stato creato per la gloria di Dio; 4) l'uomo ha il dovere di lavorare per la gloria di Dio; 5) le cose terrestri appartengono al mondo del peccato e la salvezza per l'uomo non può essere che un dono totalmente gratuito da parte della grazia divina. Tutti questi elementi sono rintracciabili dispersi in altre religioni, ma è solo nel protestantesimo che se ne ha la combinazione unica e irripetibile. Anzitutto, una simile concezione religiosa, negando la comunicazione tra finito e infinito, esclude qualsiasi misticismo e, spingendo al riconoscimento di un ordine naturale, è indirettamente favorevole alla ricerca scientifica. Il fatto poi che l'uomo non possa sapere se sarà salvato o dannato, ha spinto i calvinisti a cercare nel successo, soprattutto economico, la prova dell'elezione divina e ha favorito l'individualismo: ognuno è solo di fronte a Dio. Inoltre, l'ingiunzione a non godere dei beni di questo mondo trova una grande affinità con l'atteggiamento capitalismo che implica che la maggior parte del profitto non venga consumata, ma reinvestita per permettere lo sviluppo dei mezzi di produzione. Al di là delle affermazioni che contiene, l'opera di Weber riveste un ruolo metodologico fondamentale: ha dimostrato che talvolta si può comprendere il comportamento economico di un gruppo sociale a partire dalla sua concezione del mondo.