Definizione

sf. [sec. XX; da natale]. L'insieme dei nati da una data popolazione in un dato periodo di tempo. Più specificamente (tasso, o quoziente, o indice di natalità generale), il rapporto fra i nati vivi in un dato ambito territoriale e in un dato periodo di tempo e la popolazione media del periodo. Il rapporto viene di solito moltiplicato per 1000. La natalità è detta legittima o illegittima secondo se i nati derivano da coniugati o da non coniugati: i relativi tassi sono ottenuti ponendo al numeratore dei rapporti rispettivamente i nati legittimi o quelli illegittimi e al denominatore il totale dei nati.

Demografia

La natalità è influenzata da fattori sia di carattere eminentemente demografico (per esempio, la composizione per età della popolazione), sia di carattere sociale, economico, psicologico, religioso. È evidente, per esempio, che una popolazione in cui le classi centrali di età, le più feconde, sono più rappresentate, presenterà un tasso di natalità superiore a quello di una popolazione relativamente più giovane o più anziana. Un confronto corretto fra natalità di popolazioni diverse richiede quindi l'eliminazione del fattore “età” attraverso la determinazione di quozienti di natalità specifici per età, di cui tipico è quello di fecondità. La natalità appare inversamente correlata al livello di reddito. I Paesi cosiddetti sottosviluppati hanno in genere un tasso di natalità più elevato di quelli industrializzati: si pensi che la natalità dell'Irlanda, la più alta fra quelle europee (14,2‰ nel 1999) è meno della metà di quella del Messico. In Italia il tasso di natalità è sceso già da tempo sotto la soglia del 10‰ e si è attestato sul 9,1‰ (1999), ma le differenze regionali sono notevoli in quanto si passa dai valori estremamente bassi di Liguria (6,6‰) e Friuli-Venezia Giulia (7,4‰) a quelli più elevati della Campania (11,5‰) e della Sicilia (10,4‰). Indagini speciali hanno poi dimostrato che all'elevarsi della classe socioeconomica di appartenenza delle donne coniugate diminuisce il numero medio dei figli generati. Lo stesso accade all'elevarsi del livello di istruzione. Incidono pure sulla natalità le convinzioni religiose e l'atteggiamento individuale nei confronti della dimensione della famiglia. Nelle popolazioni rurali, soprattutto negli anni passati, l'alta natalità era legata alla necessità concreta di disporre di tante braccia che collaborassero all'azienda familiare. Negli anni più recenti la contrazione della natalità verificatasi in tutti i Paesi più o meno industrializzati trova origine nel preciso desiderio di limitare il numero dei figli onde assicurare a essi un tenore di vita più agiato. Da ultimo influiscono sul livello della natalità i provvedimenti di politica sociale e demografica adottati dalle pubbliche autorità in merito, tra cui la messa al bando o legalizzazione dei metodi contraccettivi e dell'aborto.

Bibliografia

N. Federici, Lezioni di demografia, Roma, 1960; A. H. Ehrlich, P. R. Ehrlich, Population Resources and Environment; Issues in Human Ecology, San Francisco, 1970; L. Di Comite, E. Moretti, Divari demografici regionali e declino della fecondità, Milano, 1990.

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