Ovidio
I Fasti
I Fasti sono una specie di calendario poetico, in distici elegiaci, delle feste e dei riti romani, distribuiti mese per mese e analizzati nelle loro origini: è un omaggio consapevole al programma augusteo di recupero dei valori della religione e delle tradizioni avite. I libri composti riguardano i primi sei mesi dell'anno ed elencano i vari giorni secondo il nuovo calendario giuliano, con le loro feste religiose e le varie ricorrenze, spiegandone le origini, l'etimologia, gli usi e i riti corrispondenti. Sono esposti anche i miti riguardanti le divinità prettamente romane, quali Giano, Flora e Carmenta, e le costellazioni caratteristiche di ogni mese. Ovidio inserisce vivaci episodi narrativi e descrittivi, legati alle ricorrenze e alle costellazioni e numerosi elogi ad Augusto e ai suoi familiari. L'autore si riallaccia alla tradizione della poesia eziologica di Callimaco, autore degli Àitia (Le cause), e fa sfoggio di erudizione antiquaria, dedotta da Varrone, Verrio Flacco, Igino e Tito Livio. Non portò a termine il progetto dei 12 libri preventivati, forse perché distolto dalle vicende dolorose dell'esilio o perché il carattere religioso e nazionalistico-celebrativo dell'opera si rivelò sostanzialmente estraneo alla sua più autentica ispirazione.