Unità d'Italia: Camillo Benso Conte di Cavour e la sua strategia diplomatica
La retrospettiva storica in onore dell'anniversario dei 150 anni dello stato italiano non può non comprendere, tra gli artefici del grande sogno italiano, Camillo Benso Conte di Cavour.
Uomo politico e diplomatico, fu proprio Cavour a porre le basi del progetto politico, nonché a conseguire l'unificazione della nostra penisola facendo leva non tanto sull’aspetto militare, quanto sulla diplomazia e sul trionfo delle libertà costituzionali e civili, in cui credeva strenuamente.
Nella situazione spinosa in cui verteva l’Italia prima dell’unificazione, la figura di Cavour ebbe un’importanza storica fondamentale: se a nord, infatti, si faceva sempre più pressante la presenza austriaca, a sud il regno borbonico era già stato assoggettato al dominio dello stato oltralpe. Cavour riuscì a destreggiarsi tra le difficoltà, portando a compimento il suo progetto. L’importanza storica del personaggio ha trovato recenti lodi nel discorso del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, nel corso delle onorificenze per il 150esimo della nostra nazione, ha celebrato la figura di Cavour dipingendolo come 'Massimo, sapiente artefice e regista' dell'unificazione italiana'.
Regista, una parola piuttosto adeguata quando si parla di Cavour. L'Italia della seconda metà del 1800, infatti, viveva statica tra tensioni politiche opposte: c'erano i garibaldini, tesi alle operazioni militari, ma anche i Mazziniani della Giovine Italia, e oltretutto bisognava tener conto dell’autorità del Re senza dimenticare di sottovalutare, allo stesso tempo, le sempre più presenti influenze provenienti dagli altri stati europei, ansiosi di estendere il proprio dominio sulla penisola italiana.
Cavour utilizzò la diplomazia e, oliati tutti gli ingranaggi, mise in funzione una strategia che riuscì a portare a compimento l'unificazione dello stato italiano sotto un unico stendardo nazionale.
Ma conosciamo di più il personaggio storico: nato a Torino il 10 agosto del 1810 da nobili natali, la giovinezza di Cavour fu contraddistinta dalla presenza preponderante di valori come l'etica del lavoro e a libertà di coscienza.
Gran viaggiatore, Cavour imparò all'estero i rudimenti del capitalismo moderno e maturò quelle idee liberali in economia e politica che contraddistingueranno poi il suo pensiero. Fu la politica, poi, l’ambito nel quale Cavour si distinse maggiormente: divenuto nel 1852 Presidente del Consiglio del parlamento piemontese, Cavour non fece segreto delle sue inclinazioni liberali, soprattutto nell'idea che Stato e Chiesa dovessero essere ambiti assolutamente separati.
Un periodo, quello che coincide col suo mandato di Primo Ministro, in cui mette a punto il progetto dell'unificazione italiana per mano del Piemonte. Oltre ad essere uno dei pochi stati a non soffrire del dominio austriaco, era infatti il Piemonte l’unico che potesse fungere da garanzia per le altre monarchie europee, affinché in Italia non prendessero troppo piede quelle teorie rivoluzionarie da sempre da sempre presenti sulla nostra penisola.
Strategia di Cavour e spirito militare di Garibaldi con la sua Spedizione dei Mille riuscirono a portare a compimento un processo che, oggi, 150 anni dopo, ci ritroviamo a festeggiare e celebrare.
Un risultato importante di cui, però, Cavour non riuscì a vedere gli sviluppi, poiché morì pochi mesi dopo l’unificazione, nel 1861.