Addio a Franca Rame: l'impegno politico e sociale di una donna di teatro
Il mondo del teatro piange la scomparsa di una grande donna e attrice italiana: Franca Rame, moglie del premio Nobel Dario Fo, è morta nella sua casa, a Milano, all’età di 84 anni.
Nata il 18 luglio 1929 a Parabiago, una cittadina alle porte di Milano, Franca Rame cresce in una famiglia dalle antiche tradizioni teatrali: sin da piccola Franca è impiegata come attrice nelle produzioni di famiglia e alla giovane età di 21 anni, assieme alla sorella, si dedica al teatro di rivista, collaborando con il grande comico e sceneggiatore teatrale Marcello Marchesi.
Pochi anni dopo il suo debutto in teatro, nel 1954 sposa Dario Fo, un’unione emotiva e lavorativa durata quasi 60 anni; nel 1958 fondano insieme la Compagnia Dario Fo-Franca Rame, che ottiene grande successo negli anni a seguire all’interno dei teatri cittadini istituzionali.
Da sempre impegnata in ambito politico e sociale, durante gli anni 60 sostiene il movimento femminista scrivendo e interpretando testi come “Tutta casa” e “la madre”; il capitolo più buio della sua vita riguarda il rapimento nel marzo del 1973 ad opera di esponenti della destra estrema, durante il quale Franca Rame subisce violenze fisiche e sessuali.
Il suo spiccato impegno civile la porta a conseguire una laurea honoris causa da parte dell'Università di Wolverhampton insieme al marito Dario Fo. Nel 2006 fu eletta senatrice in Piemonte per l’Italia dei Valori, decidendo di lasciare poi l’incarico nel 2008, non condividendo più gli orientamenti governativi.
Il 19 aprile 2012 Franca Rame fu colpita da un ictus e ricoverata d’urgenza, malattia che ha portato poi alla sua morte. L’aula di Montecitorio le ha reso omaggio con un applauso, mentre in Senato è stato osservato un minuto di silenzio in segno di lutto.
Sessantottina convinta e donna simbolo del femminismo italiano, Franca Rame resta un’icona del panorama culturale nostrano grazie ad una vita straordinaria, fatta di teatro e coinvolgimento sociale, un connubio inscindibile che voleva raccontare, senza filtri, la realtà italiana.