Dacia Maraini: storia di una donna controcorrente
I viaggi si mescolano alle parole, la realtà diventa intreccio e la vita un romanzo. Stiamo parlando di Dacia Maraini, una donna controcorrente. Scrivendo, la Maraini afferma se stessa, rifiutando lo status quo e trovando in questo il motore che dà avvio all’indagine e la ricerca che poi confluisce, come un fiume in piena, tra le pagine delle sue opere.
Tra le più illustri e prolifiche romanziere italiane, Dacia Maraini è anche fra le più tradotte nel mondo. Sottile indagatrice dell’animo umano, nei suoi romanzi la scrittrice affronta spesso temi di matrice sociale, tanto che le sue pagine diventano un modo per riflettere sulla condizione umana.
Grande spazio è poi riservato alle donne, delle quali la Maraini indaga il ruolo all’interno della società. Le storie che prendono vita tra le pagine dei suoi romanzi sono spesso cupe, amare, talvolta violente. La reazione del lettore si traduce di sovente in una domanda semplice ma altrettanto eloquente: “perché?”. E la Maraini scrittrice e donna, così, raggiunge il suo intento: “C'è un "perché" nascosto in tutte le cose che conduce ad un altro "perché", il quale suggerisce un piccolissimo imprevisto "perché", da cui scaturisce probabilmente un altro, nuovissimo e appena nato "perché."
Essere diversa, essere se stessa: è forse questo quello che la scrittrice afferma con la sua opera e la sua vita. E' la curiosità il motore che aziona la Maraini scrittrice e donna, è il rifiuto dello status quo che mette in moto l'indagine, la ricerca e la riflessione.
Dacia Maraini e il viaggio, scoperta esteriore e interiore
Quando si parla della Maraini scrittrice non si può non nominare il viaggio e il concetto di scoperta. Come la scrittura, il viaggio è un’urgenza scolpita indelebilmente nei suoi geni. La nonna della scrittrice, Yoi Pawloska Crosse, decide di attraversare in solitaria la Persia e l’India agli inizi del ‘900, un periodo storico in cui alla donna era riservato un posto preciso all’interno della società, quello di angelo del focolare. D’altra parte, il padre stesso della Maraini, Fosco, scegliendo l’antropologia come professione, fa del viaggio il motore della sua professione.
"Il primo viaggio l'ho fatto che avevo un anno, su una nave, di cui non ricordo quasi nulla ma evidentemente ho assorbito questa esperienza marina."
Dacia Maraini viaggia che è ancora in fasce, su una nave che la traghetta, insieme alla madre e le sorelle in Giappone. Ma, nel 1943, all'indomani, dell'alleanza tra Giappone, Italia e Germania, l’intera famiglia viene rinchiusa in un campo di prigionia: un’esperienza che la segnerà profondamente.
Dal viaggio ancestrale di una nonna contro i dogmi sociali a quello del padre, è però probabilmente nell’età della maturità che il viaggio acquista, nella vita di Dacia Maraini, una dimensione concreta, nella quale la scrittrice, ormai donna, si riconosce pienamente: sono i viaggi con Alberto Moravia, di cui è innamorata, o con Pasolini, un amico fraterno e compagno di scorribande votate all’avventure a alla scoperta del diverso, dello sconosciuto. Scoprendo luoghi come l’Africa e la Cina, Dacia Maraini capisce il viaggio non è solo tangibile, ma anche interiore perché capace di modificare il vissuto e il mondo fino ad allora conosciuto, mondo che poi riversa tra le pagine dei suoi romanzi.
Dacia Maraini e Alberto Moravia, una relazione scandalosa
Siamo negli anni ’70 e Dacia Maraini incontra Alberto Moravia, di 29 anni più grande di lei. A parte la differenza d’età non ci sarebbe nulla di scandaloso nel loro amore, se non fosse che Moravia è sposato con la scrittrice Elsa Morante.
Negli anni della lotta e della contestazione, il divorzio non è un’opzione percorribile in Italia poiché lo Stato non ha ancora legiferato in merito. I due rimangono uniti fino al 1978 e quelli che vivono sono anni di amore intenso e ripetuti pettegolezzi: l’ambiente letterario mormora e i benpensanti si indignano.
Eppure Dacia Maraini non si lascia intimidire dalle costrizioni sociali, ma affronta la situazione a testa alta: emblema ne è una foto, ormai passata alla storia. Il bianco e nero non smorza l’intensità dell’immagine: Alberto Moravia e Dacia Maraini, insieme, sulla spiaggia di Fregene. Una testimonianza eloquente che trasmette su pellicola la forza di una coppia anticonformista. Talmente anticonformista che nel loro rapporto a due non manca neanche la presenza costante della moglie di lui, Elsa Morante, che spezza le antiche (ma sempre attuali) leggi che intrecciano amore e gelosia.
Dacia Maraini oggi
Dacia Maraini oggi: una donna e una scrittrice che continua a trasmettere su carta il suo mondo interiore. La sua ricerca intellettuale è costante e ha spaziato dal teatro alla pellicola cinematografica. Perché non si smette mai di essere, semplicemente, una donna controcorrente.
Serena Fogli
Foto lapresse