Carla Fracci: la vita, la danza, la poesia di una delle più grandi ballerine di tutti i tempi
A 84 anni vola via, in punta di piedi, la regina della danza. La sua storia, dalle origini popolari al successo nei più grandi teatri del mondo.
Il nome Fracci è indissolubilmente legato a una parola: danza.
Sempre elegante e fiera nonostante il passare del tempo Carla Fracci è l’ultima grande diva del balletto italiano che ha duettato con i più grandi: da Nureyev a Barishnikov , fino alla star del balletto, Roberto Bolle.
La Fracci ha solcato i palcoscenici di tutto il mondo e in tutto il mondo ha potuto portare il suo cavallo di battaglia: Giselle, il balletto che meglio esemplifica i sentimenti di amore, dolore, gioia e passione, tipici del romanticismo che, da lei magistralmente interpretati, l’hanno consacrata come una delle più grandi ballerine del Novecento.
Carla Fracci, figlia di Luigi, un tranviere dell’ATM (azienda di trasporti milanesi), nasce a Milano il 20 agosto 1936 e, mentre il padre è in guerra, cresce in campagna con la mamma e gli zii, in un piccolo paesino della provincia di Genova.
L’incontro con la danza avviene per puro caso. Alcuni amici di famiglia rimangono incantati vedendola ballare il valzer, cogliendo i segni di un raro talento e suggeriscono ai genitori di iscriverla a una scuola di ballo. E pensare che lei voleva fare la parrucchiera ...
A soli 10 anni Carla Fracci entra alla prestigiosa scuola di ballo del Teatro alla Scala: "La scuola era gratuita, mio padre era un tranviere scampato dalla guerra di Russia, non se la sarebbe potuta permettere altrimenti" ed è del 1954 il diploma che le spiana la strada per diventare, nel 1958, prima ballerina del tempio della lirica e del balletto, proprio quel Teatro alla Scala di Milano che l'aveva vista muovere i primi passi di danza.
Tra la fine degli anni ‘50 e ‘70 la Fracci lavora con importanti compagnie straniere come il London Festival Ballett, il Sadler Well's Royal Ballett, lo Stuttgart Ballett e il Royal Swedish Ballett. Dal 1967 è tra le danzatrici di punta dell'American Ballet Theatre. Famosissime le sue interpretazioni de La Sylphide, Giulietta, Francesca da Rimini o Odette de Il lago dei cigni. Ma il ruolo che più di tutti l'ha resa celebre è l’interpretazione di Giselle, il balletto romantico per eccellenza.
Divide la scena con i ballerini più famosi al mondo fra cui Rudolph Nureyev, suo partner proprio in Giselle, e Mikhail Barishnikov.
Nel 1964 sposa il regista Beppe Menegatti, che firma la regia di quasi tutte le opere che la vedono danzare. Negli anni '80 mette la sua esperienza al servizio del Teatro San Carlo di Napoli, assumendo la prestigiosa direzione del corpo di ballo. Dal 1996 al 1997 dirige il corpo di ballo dell'Arena di Verona, da cui viene poi allontanata, creando scalpore e disdegno. Dal novembre del 2000 al luglio del 2010 dirige il corpo di ballo del Teatro dell'Opera di Roma. A quest'attività affianca la riproposta di balletti perduti e nuove creazioni sotto la direzione di Beppe Menegatti.
Nel dicembre 2013 Arnoldo Mondadori Editore pubblica la sua autobiografia, Passo dopo passo, dove Carla racconta la sua vita. Dall’infanzia alla maturità. "Nessuno mi ha mai buttato giù dal letto per andare a studiare. Per me era naturale alzarmi e lavorare alla sbarra", scrive nel libro.
"La danza è poesia perché il suo fine ultimo è esprimere sentimenti, anche se attraverso una rigida tecnica. Il nostro compito è quello di far passare la parola attraverso il gesto.
La danza è lavoro, lavoro micidiale. Non è qualcosa che riguarda la ginnastica, ma l’estetica. È un dialogo incessante con la bellezza."
Carla Fracci muore in punta di piedi il 27 maggio 2021, lasciando il mondo della danza in lutto.
Un paese che si nega cultura e arte è un paese che si nega un futuro vero, autentico e libero - ha sostenuto fino alla fine, lottando per il rispetto per il talento e l'autenticità della vocazione.
Vola bene, Carla.
Foto © giornaledelladanza.com