picchétto (gioco)

sm. [sec. XVII; dal francese piquet, picchetto (sostantivo), inteso in senso metaforico]. Antico gioco di carte d'origine francese in gran voga in Europa dal sec. XV al XIX e praticamente in disuso. Si gioca in 2 con un mazzo di carte francesi, escluse quelle comprese tra il 2 e il 6; dal 7 al 9 conservano il loro valore nominale, le figure valgono 10 e l'asso 11 punti. Distribuite 12 carte a testa, il primo di mano (chi non ha distribuito le carte) potrà attingere da 1 a 5 delle 8 carte rimaste (tallone) e scartarne altrettante; l'avversario dopo di lui procederà nello stesso modo. Quando ciascuno dei giocatori riavrà in mano 12 carte, il primo di mano dichiarerà le proprie combinazioni, cioè cartes blanches, punti, sequenze, tris e quartetti, segnando a proprio favore i punti corrispondenti nel caso che l'avversario non dichiari un gioco superiore al suo. Dichiarerà cartes blanches qualora non possieda alcuna figura, segnando 10 punti a proprio favore. I punti sono costituiti dal numero di carte dello stesso seme in possesso del dichiarante; in caso di parità (per esempio: 5 carte di cuori contro 5 carte di quadri) vince la dichiarazione, e segna 5 punti chi possiede le carte di maggior valore: le sequenze sono costituite da 3, 4, 5, 6, 7, 8 carte consecutive dello stesso seme; chi possiede la sequenza più lunga, e in caso di parità quella di valore più alto, segnerà rispettivamente 3, 4, 15, 16, 17, 18 punti a proprio favore. Tris e quartetti sono rispettivamente costituiti da 3 e 4 carte uguali; segnerà rispettivamente 3 e 14 punti a proprio favore il possessore del tris o quartetto di valore più alto. Conclusa la fase dichiarativa il primo di mano gioca una carta; il picchetto sarà da questo momento regolato dai principi della risposta al seme e dalla prevalenza della carta più alta che “fa presa”; ogni presa conterà 1 punto, l'ultima 2, 6 prese 10 punti, tutte le prese (cappotto) 40 punti, che andranno sommati a quelli delle dichiarazioni. Ogni partita si conclude ai 150 punti.