autismo
sm. [sec. XX; da auto-]. Atteggiamento mentale di ripiegamento su se stesso, dovuto ad alterazioni organiche della struttura cererbrale. Il termine, introdotto dallo psichiatra svizzero E. Bleuler, venne erroneamente utilizzato quale sintomo di schizofrenia. L'autismo, dovuto ad alterazioni organiche della struttura cerebrale, può manifestarsi negli adulti, ma si riscontra più frequentemente nei bambini. § L'autismo infantile precoce è una grave forma di psicosi infantile a insorgenza precocissima descritta nel 1943 da Leo Kanner. Il bambino affetto da autismo appare completamente isolato, come “barricato” in una fortezza vuota, senza il bisogno di rapporto con gli altri. Il suo sguardo sembra trapassare gli oggetti; il linguaggio, quando esiste, è ecolalico; il comportamento presenta rituali e manierismi.La ricerca degli ultimi anni del XX secolo ha dimostrato che vi sono basi genetiche nella trasmissione della malattia e che vi è un sovvertimento dell'architettura dello strato più superficiale della corteccia cerebrale, tale da rendere difficoltoso l'accesso ai magazzini mnesici, linguistici e alle aree che sottendono alla percezione delle emozioni. Oltre alla forma classica di autismo, caratterizzata da sintomi molto gravi, vi sono diverse sindromi autistiche di gravità variabile, la più lieve delle quali è la sindrome di Asperger.