Von Trier, Lars
nome d'arte di Lars Trier, regista cinematografico danese (Copenhagen 1956). Diplomatosi alla Danish Film School, dopo aver diretto e interpretato alcuni cortometraggi amatoriali, ha debuttato nel lungometraggio con Forbrydelsens Element (1984; L'elemento del crimine), eccentrico noir, visionario e inquietante, girato con uno stile che abbina il rigore di C. Dreyer, l'inventiva di O. Welles e un certo misticismo alla A. Tarkovskij. Fanno seguito a questo il trascurabile Epidemic (1988) e Europa (1991), film interessante sia per le originali soluzioni visive sia per la trama confusamente kafkiana, che gli è valsa l'attenzione della critica. Il successo per Von Trier è giunto, comunque, con lo struggente Breaking the Waves (1996; Le onde del destino), coraggioso e inconsueto melodramma capace di conciliare due opposti come l'erotismo e la santità, che gli è valso il Gran Premio della Giuria di Cannes. Regista sempre irrequieto, pronto a sorprendere il pubblico, due anni dopo, Von Trier si è ripresentato a Cannes in veste di autore del provocatorio e rivoluzionario Idioterne (1998; Idioti) e, al contempo, di cofondatore del movimento Dogma ‘95, esplicito richiamo alle avanguardie storiche, che auspica un ritorno al cinema d'autore. Se però con Idioti Von Trier è stato il primo a utilizzare la macchina da presa a mano e a eliminare il nome del regista nei titoli di testa per sottolineare il valore del film come opera collettiva, con Dancer in the Dark (2000) ha cambiato nuovamente genere e finalità, girando un omaggio al classico degli anni Trenta, che è stato premiato con la Palma d'oro al 53° Festival di Cannes. Nel 2003 è uscito Dogville, film che costituisce un'analisi spietata del sentimento della vendetta, e ha presentato alla Mostra del cinema di Venezia The five obstructions, di cui è regista insieme a J. Leth. Nel 2005 ha presentato a Cannes Manderlay, secondo episodio della trilogia dedicata all'"America: terra dell'opportunità", di cui il primo era Dogville. Del 2006 è Il grande capo, pellicola tra il satirico e il grottesco che sperimenta un'inedita tecnica di ripresa: l'automavision, in cui la macchina da presa è fissa e viene mossa solo da un computer. Dopo una pausa dovuta alla depressione, Von Trier presenta al Festival di Cannes l'horror Antichrist (2009) e Melancholia (2011).