Tardieu, Jean
commediografo e poeta francese (Saint-Germain-de-Joux, Ain, 1903-Parigi 1995). Autore sperimentale per eccellenza, imparentato con il teatro dell'assurdo, ha lavorato soprattutto sul linguaggio e sui valori fonici, con estrema libertà e varietà di “ricerca” e di soluzione, tendendo comunque a un'“astrazione” colorata ora di humour ora di lirismo, ora di sarcasmo ecc. Una raccolta dei suoi testi è uscita nel 1955 sotto il titolo Théâtre de chambre (che comprende, tra l'altro, Conversation-Sinfonietta, 1951; La serrure, 1955), un'altra è uscita nel 1960 con il titolo Poèmes à jouer (comprende, tra l'altro, Les amants du métro, 1952; Une voix sans personne, 1956). Come poeta è passato dall'esperienza classica di Accents (1939) alla poesia quasi metafisica di Les Dieux étouffés (1946) e Jours pétriflés, 1942-1944 (1947), arricchita dall'esperienza diretta della Resistenza, e infine alla ricerca di curiosi effetti stilistici in Monsieur Monsieur (1951), L'espace de la flûte (1958) e Histoires obscures (1961). Ha pubblicato in seguito un terzo volume di teatro (Une soirée en Provence, 1975) e il dramma La cité sans sommeil (1984), oltre a raccolte di poesie (Les portes de toile, 1970; La part de l'ombre, 1972; Formaries, 1976; Margeries, 1986; Poèmes à voir, 1990). Interessanti i suoi studi sui pittori e musicisti, tra cui Les tours de Trébizonde (1984).