Sudeti, Questione dei-

Alla fine della prima guerra mondiale si trovarono incorporati nella nuova Repubblica cecoslovacca oltre tre milioni di tedeschi abitanti delle zone periferiche della Boemia e della Moravia, pari a quasi un quarto della popolazione totale. Nel 1919 le loro manifestazioni a favore dell'annessione dei Sudeti all'Austria vennero represse nel sangue. I loro rapporti con lo Stato cecoslovacco, strutturato in forma unitaria e insolvente sotto vari aspetti nei confronti delle minoranze, fecero qualche progresso negli anni successivi, ma si inasprirono poi per effetto della crisi economica e dell'ascesa del nazismo in Germania. Il partito irredentista dei Sudeti (Sudetendeutsche Heimatfront), fondato nel 1933 e capeggiato dal nazista K. Henlein, divenne nelle elezioni del 1935, con 1.250.000 voti, il più forte del Paese, mentre la pressione tedesca sul governo di Praga si accentuava. Fallita la missione mediatrice di lord Runciman, l'Accordo di Monaco del settembre 1938 decise la cessione dei Sudeti alla Germania, che detenne il territorio fino al termine della II guerra mondiale, quando la rinata Repubblica cecoslovacca espulse quasi per intero la minoranza tedesca con il consenso delle potenze vincitrici (Accordo di Potsdam, agosto 1945). Nel secondo dopoguerra le rivendicazioni dei profughi dai Sudeti nella Germania occidentale contribuirono ad acutizzare la questione tedesca nel suo complesso, ma nel 1973 il governo di Bonn, riconoscendo, mediante un apposito trattato con Praga (confermato definitivamente nel 1997), la nullità del Patto di Monaco, rinunciò alle pretese revansciste

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