Sturzo, Luigi
Indiceuomo politico e sociologo italiano (Caltagirone 1871-Roma 1959). Discendente da nobile famiglia baronale, divenne sacerdote nel 1894 e quindi si laureò in teologia e filosofia. Indirizzatosi alla politica, aderì alla Democrazia Cristiana di R. Murri e fondò il battagliero giornale La Croce di Costantino (1897), dalle cui colonne sostenne la necessità di creare un movimento politico aconfessionale per favorire il graduale inserimento dei cattolici nella vita dello Stato, con un programma fondato sul decentramento amministrativo, il sistema elettorale proporzionale, le autonomie locali e la difesa dei gruppi sociali originari (famiglia, comuni, libere associazioni). Fallito il tentativo democratico cristiano, ripiegò momentaneamente sull'attività amministrativa e fu prosindaco della città di Caltagirone (1905-20), consigliere provinciale e vicepresidente dell'Associazione dei comuni italiani; dette vita, inoltre, alle prime casse rurali e cooperative della sua città. Nel 1919, mutati i tempi, fondò con altri il Partito Popolare Italiano, nel cui interno svolse poi costante opera di mediazione per evitare qualsiasi forma di franamento integralista e conservatore. Divenuto subito segretario del nuovo partito, si oppose sia a G. Giolitti e alla sua concezione dello Stato sia al fascismo totalitario, ma non seppe decidersi a una risolutiva alleanza con i socialisti. Costretto a dimettersi nel 1923 anche in seguito alle pressioni vaticane, nel 1924 abbandonò l'Italia e andò in esilio a Parigi, Londra e New York dove si dedicò a studi di storia e di sociologia. Rientrato in Italia nel 1946 e nominato senatore a vita da L. Einaudi nel 1952, non riprese la vita politica attiva ma proseguì l'opera di pubblicista accentuando la sua vivace polemica contro lo statalismo e i germi di involuzione autoritaria presenti nella società. Durante i sei anni in cui sedette a Palazzo Madama Sturzo presentò un progetto di legge per la pubblicità dei finanziamenti ai partiti, per la riforma del Senato, per l'abolizione del voto segreto alle Camere, per la realizzazione dell'Ente Regione e per lo sviluppo delle autonomie locali. Ha lasciato numerosi scritti, tra cui: Il Partito Popolare Italiano (1919), Italy and Fascism (1926), Essai de sociologie (1935), Politique et morale (1938), L'Italia e il nuovo ordine internazionale (1946), La società: sua natura e leggi. Sociologia storicistica (1949), Chiesa e Stato (1958). Sturzo fu anche autore di commedie, la cui trama è per lo più di chiara ispirazione meridionalista, con evidenti caratteri di denuncia del malcostume elettorale, delle mafie, dell'individualismo borghese.
Bibliografia
D. Fienga, Luigi Sturzo. Pensiero e Azione, Napoli, 1947; S. Bellia, Chiesa e Stato nel pensiero di Luigi Sturzo, Torino, 1956; F. Rizzo, Luigi Sturzo e la questione meridionale, Roma, 1957; F. D'Ambrosio, Don Sturzo vivo, Napoli, 1961; N. S. Timasheff, La sociologia di Luigi Sturzo, Napoli, 1966; M. Vaussard, Il pensiero politico e sociale di Luigi Sturzo, Brescia, 1966; G. De Rosa, L'utopia politica di Luigi Sturzo, Brescia, 1972; F. Piva, F. Malgeri, Vita di Luigi Sturzo, Roma, 1972; G. La Bella, Luigi Sturzo e l'esilio negli Stati Uniti, Brescia, 1981.