Strehler, Giorgio
regista teatrale italiano (Barcola, Trieste, 1921-Lugano 1997). Imposta la sua personalità, dopo anni di tirocinio, con Piccoli borghesi, di M. Gorkij (1947), fondò, nello stesso anno, con P. Grassi, il Piccolo Teatro della Città di Milano, diretto fino al 1997 e col quale ha svolto una feconda attività, interrotta solo dall'esperienza del "Gruppo Teatro e Azione" (1969-71). Insieme con pochi altri Strehler portò un teatro arretrato e provinciale come quello italiano a un livello internazionale, avendo come obiettivo l'assolvimento di un pubblico servizio culturale. Fin dai primi anni si misurò con i grandi autori che sentiva più vicini: W. Shakespeare, A. P. Čechov, C. Goldoni(dalla commedia di maschere, l'ormai leggendario Arlecchino servitore di due padroni, alla Trilogia della villeggiatura, dalle Baruffe chiozzotte al Campiello). Importantissimi, tra i tanti, furono i suoi incontri col Pirandello de I giganti della montagna, col Bertolazzi di El nost Milan ecc. L'accostamento a B. Brecht negli anni Cinquanta – che ha poi dato il suo risultato più alto con Vita di Galileo (1963) – ha portato Strehler a mettere in pratica i principi "epici" di questo autore (e regista), applicandoli anche a testi non brechtiani, come il Coriolano di Shakespeare. Nello Strehler più maturo, poi, la profondità e modernità dell'interpretazione "esistenziale" di testi come Nel fondo di Gorkij (1970) e Re Lear di Shakespeare (1972) hanno potuto far pensare a S. Beckett. Anche per opere già allestite in altra epoca Strehler ha trovato una nuova e più universale dimensione (Il giardino dei ciliegi di Čechov, 1974; Il Campiello di Goldoni, 1975; Il balcone di J. Genet, 1976; La tempesta di Shakespeare, 1978; Il temporale di J. A. Strindberg, 1980; Giorni felici di Beckett, 1982; Minna von Barnhelm di G. E. Lessing, 1983; La grande magia di E. De Filippo, 1985). Ha poi allestito e interpretato frammenti delle due parti del Faust di J. W. Goethe (1988). Attivo anche all'estero (per esempio a Salisburgo, dove ha messo in scena Il ratto del serraglio di W. A. Mozart, 1971), ha poi recato un geniale contributo allo spettacolo lirico, realizzando alla Scala melodrammi di diverse epoche e stili (Simon Boccanegra, 1971, Macbeth, 1975, e Falstaff, 1980, di G. Verdi; L'amore delle tre melarance, 1974, di S. S. Prokofev; Lohengrin, 1981, di R. Wagner). Fu nominato direttore artistico del Teatro d'Europa, nato dalla collaborazione tra il Piccolo Teatro, la Comédie-Française e l'Odéon, con sede a Parigi. Direttore "storico" del Piccolo di Milano, Strehler fu al centro di una serie di polemiche e di processi che coinvolse l'istituzione milanese. Continuò, tuttavia, a occuparsi del Piccolo, forte del sostegno di tutta la comunità intellettuale italiana. Nel 1993 scelse l'"esilio" dalle scene in seguito a un avviso di garanzia del Tribunale di Milano per una vicenda legata ancora al Piccolo Teatro. Abbandonata all'inizio del 1997 la direzione del Piccolo (al suo posto subentrò l'ex ministro francese della Cultura J. Lang), ne assunse poi, nell'ambito della riorganizzazione e del trasferimento del teatro nella nuova sede, la delega artistica per la stagione 1997-98. Postuma, nel marzo 1998, gli fu assegnata la laurea honoris causa dall'Università Paris-III Sorbonne nouvelle. Tra le pubblicazioni di Strehler: 1947-58 Piccolo Teatro (1958), Il "Re Lear" di Shakespeare (1973), "Santa Giovanna dei macelli" di Brecht (1974), Per un teatro umano, a cura di S. Kessler (1974) "Per approfondire vedi Libro dell'Anno '98 p 240" "Per approfondire vedi Libro dell'Anno '98 p 240" .