Satie, Erik Alfred Leslie
Indicecompositore francese (Honfleur, Calvados, 1866-Parigi 1925). Frequentò i corsi di armonia e pianoforte al Conservatorio di Parigi e visse facendo il pianista nei cabaret(soprattutto allo Chat Noir) e accompagnando gli chansonniers. Nel 1905 la svolta: intraprese diligenti studi di contrappunto e fuga alla Schola Cantorum, dove fu allievo di V. Indy e A. Roussel. Amico di C. Debussy, fu guardato come un caposcuola da J. Cocteau e dal Gruppo dei Sei e prese parte ad alcuni dei più significativi avvenimenti artistici del primo dopoguerra collaborando con Cocteau, P. Picasso e L. Massine per Parade (1917), con F. Picabia per Relâche (Parigi 1924), con R. Clair per il film Entr'acte (che funge da intermezzo al precedente), con Picasso e Massine per Mercure (Parigi 1924). Si è soliti distinguere nella produzione di Satie una prima fase caratterizzata dalla ricerca di armonie che anticipano Debussy e da una sorta di staticità e di torpore fuori dal tempo. Esemplari di questo periodo, cui appartengono anche i lavori composti quando Satie era vicino al movimento mistico della Rose Croix (Rosa Croce) di J. Péladan, sono le Gymnopédies (1888) e le Gnossiennes (1890) per pianoforte, le Sonneries de la Rose-Croix (1892) e le Danses gothiques (1893), la Messe des pauvres (1895). Nei pezzi per piano composti dopo il 1895 ca. (Trois morceaux en forme de poire, 1903; Aperçus désagréables, 1912; Véritables préludes flasques pour un chien (1912), Trois valses distinguées du précieux dégoûté, 1914) la presenza di singolari titoli e di didascalie umoristico-paradossali sottolinea l'atteggiamento dadaistaante litteram di Satie (le cui premesse sono ravvisabili anche nella produzione precedente). La sua è una provocatoria rinuncia a ogni dimensione espressiva, attraverso la focalizzazione sull'ovvia concretezza di oggetti musicali logorati, ottusamente inanimati, sentiti come inevitabile prova della stupidità del reale. Non è un caso che la sua lezione sia parsa attuale a un compositore come J. Cage e alle correnti neodada. A una non diversa poetica va ricondotta l'imperturbabile immobilità e la semplificata linearità del drame symphonique intitolato Socrate (1918).
Erik Alfred Leslie Satie fotografato da Man Ray.
Parigi, Bibliothèque Nationale
Erik Alfred Leslie Satie in un disegno di F. Picabia.
Parigi, Bibliothèque Nationale
Bibliografia
Myers, Eric Satie, Londra, 1948; A. Ray, Eric Satie, Parigi, 1974; M. Wehmeyer, Satie, Ratisbona, 1974; A. Guarnieri Corazzol, Eric Satie tra ricerca e provocazione, Venezia, 1979.