Salièri, Antònio
Indicecompositore italiano (Legnago, Verona, 1750-Vienna 1825). Studiò a Venezia con G. B. Pescetti e F. Pacini, si trasferì poi a Vienna con il maestro della cappella di corte F. L. Gassmann, che ne completò la formazione e al quale succedette nel 1774. Dopo l'esordio nel 1770 con le opere buffe Le donne letterate e L'amor innocente, cui seguirono La fiera di Venezia (1772) e l'oratorioLa passione di Nostro Signore Gesù Cristo (1776), assurse a grande notorietà in Italia (nel 1778 inaugurò a Milano la Scala con Europa riconosciuta e il Teatro della Cannobiana con La fiera di Venezia), in Francia (Der Rauchfangkeher, 1781, e il suo capolavoro, Les Danaïdes, 1784, di stile gluckiano; Les Horaces, 1786, Tarare, 1787, su testo di Beaumarchais), in Germania e Austria, dove esercitò anche attività di violinista, clarinettista, direttore d'orchestra e organizzatore (fu nel 1821 tra i fondatori del Conservatorio di Vienna). Nel 1790 era stato intanto eletto compositore di corte a Vienna, dove fu pure rinomato insegnante: ebbe tra i suoi allievi Beethoven, Schubert, Liszt, Meyerbeer, Hummel e Süssmayr. Già malato agli occhi, nel 1823 perse anche definitivamente le facoltà mentali. Affatto destituita di fondamento è l'accusa, ampiamente sfruttata dalla novellistica dell'Ottocento, di avere avvelenato Mozart per rivalità professionale. Profondamente influenzata da Gluck è la sua produzione teatrale comprendente una quarantina tra opere serie e buffe, notevoli soprattutto per l'unità espressiva e l'ampio strumentale, che fanno di Salieri un chiaro precursore delle future esperienze romantiche. Compose inoltre pezzi sinfonici, musica sacra e da camera che risentono della tradizione austriaca e preludono alla vocalità sacra schubertiana.
Bibliografia
A
Bonaccorsi, Antonio Salieri e il suo Falstaff, in “Volti musicali di Falstaff”, Siena, 1961; R. Angermüller, Antonio Salieri. Sein Leben und seine weltliche Werke, unter besonderer Berücksichtigung seiner grossen Opern, Salisburgo, 1970; L. Kupferschmidt, Antonio Salieri, Vienna, 1983.