Pio VI
(al secolo Giannangelo Braschi). Papa (Cesena 1717-Valenza, Francia, 1799). Dottore in utroque iure e cardinale (1773), succedette a Clemente XIV nel 1775. Di carattere mite e titubante quantunque non alieno da soprassalti di fierezza, dovette affrontare con vari Stati durissimi conflitti giurisdizionali dai quali uscì quasi sempre malamente sconfitto. Umiliato da Ferdinando IV di Napoli che cacciò il nunzio dal suo regno, e in urto con il granduca di Toscana, condannò le deliberazioni del sinodo di Pistoia solo dopo che Pietro Leopoldo lasciò la Toscana. Con Federico II di Prussia e Caterina II di Russia si condusse in modo ambiguo nella questione della Compagnia di Gesù che considerò disciolta anche nei loro Stati nonostante le richieste in contrario di quei sovrani. Per cercare di arginare la politica antiecclesiastica di Giuseppe II si assoggettò, infine, a un imbarazzante viaggio a Vienna, ma senza poter ottenere nulla. Le maggiori difficoltà gli vennero però dalla Rivoluzione francese. Nel 1791, superato un periodo di incertezza, cercò invano di opporsi alla costituzione civile del clero e alla perdita di Avignone e del Contado Venassino. Nel 1797, dopo aver tentato la difesa armata contro gli eserciti francesi, dovette sottostare alle durissime condizioni del Trattato di Tolentino. E l'anno successivo non poté impedire che il Berthier, entrato in Roma, dichiarasse la fine del potere temporale e la nascita della Repubblica. Trasportato quindi prigioniero a Valenza, nel Delfinato, morì poco dopo. Mecenate appassionato, aveva dato incremento agli studi e promosso fortunatissimi scavi archeologici.