Michèle Cerulàrio
patriarca di Costantinopoli (ca. 1000-1058). Fattosi monaco mentre era in esilio per aver tramato contro l'imperatore Michele IV, poco dopo l'avvento di Costantino IX fu fatto patriarca di Costantinopoli (1043). Strenuo assertore dell'indipendenza della Chiesa greca dalla romana, venne a conflitto col papa Leone IX, il cui legato a Costantinopoli, l'intransigente cardinale Umberto di Silvacandida, il 16 luglio 1054 depose una bolla di scomunica contro di lui sull'altare di S. Sofia. Malgrado gli inviti alla moderazione di Costantino IX, Michele Cerulario, forte dell'appoggio della Chiesa e del popolo, rispose con la riunione di un sinodo, che a sua volta scomunicò il legato romano. Si iniziò così quello Scisma d'Oriente, che non fu più composto. Allontanato (non deposto) da Michele VI (1056), contribuì alla sua caduta e all'elevazione al trono di Isacco I Comneno, e riprese il suo ufficio alla capitale (1057). Ma, a causa della sua attività intesa a rendere la Chiesa greca indipendente anche dall'imperatore (anzi, superiore a lui), fu arrestato. Morì mentre si preparava un sinodo, che doveva processarlo in base a un duro atto di accusa redatto dal dotto Michele Psello (eresia, vizi infamanti). Tra le sue opere, Panoplia.