Menchú, Rigoberta

donna politica guatemalteca (San Miguel de Uspantan, distretto di El Quiché, 1959). Membro di una famiglia contadina attiva nella resistenza al regime militare e coinvolta nella feroce repressione della dittatura che ha insanguinato sino al 1986 il Guatemala, Menchù espatriava nel 1982 svolgendo un'incessante opera di sensibilizzazione in favore degli Indios del suo Paese e del resto dell'America Latina. Anche dopo la fine del regime militare Menchù ha dovuto rimanere in esilio, in Messico, e solo raramente il governo conservatore guatemalteco le ha concesso di recarsi temporaneamente nel suo Paese. Membro del comitato ONU per la predisposizione della Dichiarazione universale dei diritti dei popoli indigeni, per la sua instancabile attività contro ogni forma di colonialismo e in difesa delle popolazioni più deboli ed emarginate, nel 1992 le è stato attribuito il premio Nobel per la pace. Una larga eco aveva avuto già nel 1983 la sua biografia raccolta da Elisabeth Burgos (Moi, Rigoberta Menchú. Une vie et une voix, la révolution au Guatemala). Nel 2003, il presidente conservatore, Oscar Berger, le offriva un incarico nel nuovo governo, che lei accettava. Nel 2007 si candidava alle elezioni presidenziali con un partito da lei fondato, Winaq.

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