Mattìa I
re d'Ungheria, detto Corvino (Cluj 1443-Vienna 1490). Figlio di János Hunyadi, fu eletto re mentre si trovava a Praga, dove era stato portato, come ostaggio, dal re Ladislao V nel 1457. Mattia I dovette cominciare il suo regno tra molte difficoltà; l'imperatore Federico III non lo riconobbe, il potere centrale era indebolito in seguito alle precedenti lotte oligarchiche, la carica ufficiale di governatore, data la sua giovane età, fu esercitata dallo zio materno, Michele Szilágyi. Quando raggiunse invece il potere effettivo, mettendo da parte lo zio, dimostrò ben presto le sue grandi capacità di governo, consolidando e rafforzando la situazione del regno con adeguate riforme finanziarie ed economiche. Nel 1463 condusse una vittoriosa guerra antiturca in Bosnia, ma non sottovalutò il pericolo rappresentato dai Turchi al punto che concepì il disegno di riunire tutte le forze dell'Europa centrale contro il comune nemico. Nel 1469 fu incoronato re di Boemia, nel 1478 occupò Vienna ed estese il suo potere alla Bassa Austria e alla Stiria. Il suo volgersi verso l'Occidente fu considerato, all'interno, come abbandono della guerra antiturca e gli procurò, nel 1471, un'opposizione guidata proprio dai suoi fedeli più vicini, tra i quali l'arcivescovo di Strigonia, l'umanista Giovanni Vitéz. Ciononostante, Mattia I non cessava di restare al centro delle aspettative generali, particolarmente del papato e dell'umanesimo italiano. A quest'ultimo Mattia I fu legato non solo per le speranze in lui poste nella difesa antiturca dell'Occidente, ma perché, oltre che uno dei maggiori mecenati del suo tempo, egli personificò anche l'ideale umanista di sovrano. La sua corte divenne un centro culturale, un luogo d'incontro degli umanisti italiani, con i migliori rappresentanti dell'umanesimo ungherese. Lo testimonia tuttora la sua biblioteca, la famosa Corvina.