Magna Charta
Indicedocumento solenne, formalmente strutturato quale atto di concessione unilaterale, emesso dal re d'Inghilterra Giovanni Senza Terra il 15 giugno 1215 per confermare i diritti dei baroni, della Chiesa e di tutti gli “uomini liberi” nei suoi confronti. L'emanazione di questo atto (noto con l'espressione Magna Charta Libertatum) concluse l'insanabile contrasto tra la monarchia e l'oligarchia baronale che mirava a condizionare il dispotismo dei Plantageneti. Per la sconfitta patita in Francia da Giovanni, i più potenti feudatari del regno, sostenuti dall'arcivescovo di Canterbury, Stephen Langton, si erano riuniti in armi a Runnymede allo scopo di indurre il re a desistere dalle continue violazioni della legge feudale da lui perpetrate soprattutto mediante estorsioni in danaro. La Magna Charta, redatta in 63 articoli, fu promulgata il 12 novembre 1216 e confermata nel 1217 da Enrico III con una riduzione degli articoli. Nel 1255 il documento fu promulgato in quella forma e sancì quei principi che sono posti a fondamento del diritto pubblico inglese. Nella Magna Charta era affermato il principio dell'habeas corpus, l'autodeterminazione della Chiesa d'Inghilterra, il divieto di pretendere, da parte del re, alcuna somma di danaro senza il consenso del Consiglio Comune del Regno, il principio che spettasse a un tribunale composto da suoi pari il giudizio su un suddito. Volto originariamente a ripristinare prerogative e diritti di ordine feudale, il documento espresse dei punti qualificanti destinati, nei secoli successivi, a diventare i primi elementi di un sistema costituzionale autenticamente rappresentativo.
Bibliografia
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