Livònia
regione storica dell'Europa settentrionale prospiciente il Mar Baltico, compresa tra il golfo di Riga a W, il fiume Daugava a S e il lago dei Ciudi a NE, fino al 1991 appartenente all'URSS, oggi è ripartita tra Estonia e Lettonia. In lettone, Vidzeme; in russo, Livonija. § La regione, spesso nominata dagli storici, prese il nome degli antichi Livi o Livoni. Affacciata al Baltico tra il fiume Narva e il golfo di Riga, fu percorsa e assoggettata, nei sec. IX-XI, da Svedesi, Danesi, Russi e Lituani. Un vescovo guerriero, Alberto di Buxhövden, condusse, con l'aiuto dell'Ordine dei Portaspada, una specie di Crociata nei primi anni del sec. XIII: assoggettò Livoni, Setgalli, Seloni, Estoni, Curoni e Semgalli, assunse il nome di “vescovo di Livonia”, fondò Riga e fece della Livonia un feudo imperiale (1207). Quando l'Ordine dei Portaspada, battuto duramente dai Lituani, si sciolse e i superstiti vennero assorbiti dall'Ordine Teutonico, incominciarono le difficoltà per gli arcivescovi di Riga, che rappresentavano la suprema autorità politico-religiosa della Livonia, minacciati dall'ostinato espansionismo dei Cavalieri Teutonici e dalle velleità d'indipendenza di Riga e delle altre città. L'ordine ebbe il sopravvento dopo un'accanita lotta, durata molti anni (fine sec. XIV). Intanto la Livonia vide accentuarsi l'immigrazione tedesca di cavalieri e mercanti: i primi, divisisi i feudi, in poche generazioni ridussero i contadini indigeni a servi della gleba. Nel sec. XVI, sotto la minaccia dei Russi, l'ordine, già in grave decadenza, unì la Livonia al regno polacco-lituano (1560, 1569, 1581); il Paese passò poi sotto il dominio della Svezia (1621) e della Russia (1710). La condizione dei servi continuava intanto a peggiorare, sino a che lo stesso zar Alessandro I fu costretto a intervenire per frenare la tirannia dei proprietari terrieri (1804).