Keynes, John Maynard
Indiceeconomista inglese (Cambridge 1883-Firle Beacon, Sussex, 1946). Studiò a Eton e a Cambridge eccellendo prima negli studi matematici e in seguito in quelli economici. Dopo aver lavorato due anni all'India Office, accettò un incarico per l'insegnamento dell'economia a Cambridge, nel 1908. Tre anni più tardi fu nominato direttore della Royal Economic Society e dell'Economic Journal. Continuò nel frattempo a interessarsi ai problemi economici dell'India, tanto da essere nominato segretario e poi membro (1913) della Royal Commission on Indian Currency and Finance, mentre veniva data alle stampe la sua prima opera di rilievo: Indian Currency and Finance (1913; La situazione monetaria e finanziaria dell'India) in cui difendeva il gold-exchange standard contro l'allora imperante gold standard. Nel 1915 entrò al Tesoro come esperto di finanza estera e in particolare di quella interalleata e la sua abilità lo fece nominare rappresentante finanziario del Tesoro alla conferenza di Versailles. Abbandonata la conferenza per sostanziali divergenze sulle clausole del trattato, scrisse sull'argomento il polemico The Economic Consequences of the Peace (1919; Le conseguenze economiche della pace). Nel 1922 riprese la questione della ricostruzione postbellica e in particolare delle riparazioni (A Revision of the Treaty; Una revisione del trattato). Nel 1923 pubblicò il volume Tract on Monetary Reform (Trattato sulla riforma monetaria), ancora di critica al gold standard, in cui proponeva di difendere la stabilità dei prezzi interni controllando il prezzo dell'oro e i cambi esteri. Sferrò un nuovo attacco al ritorno all'oro nel profetico opuscolo The Economic Consequences of Mr. Churchill (1925; Le conseguenze economiche di Mr. Churchill), in cui pose in luce come la politica governativa avrebbe causato una serie di scioperi catastrofici per l'economia inglese, come poi in effetti avvenne. Nello stesso 1925 Keynes sposò Lydia Lopokova, che gli fu sempre accanto con dedizione e intelligenza. In quegli anni attese alla stesura di A Treatise on Money (1930; Trattato sulla moneta) dove per la prima volta si trova analizzata la relazione fra risparmio e investimento. Nel 1936 usciva la sua opera principale, The General Theory of Employment, Interest and Money (Occupazione, interesse, moneta. Teoria generale), dove l'aggettivo “generale” indica come egli intendesse estendere la validità dell'analisi oltre gli schemi classici della piena occupazione con riguardo quindi anche alle condizioni di disoccupazione e di sottoccupazione. L'opera vuole esaminare i fattori che determinano il volume della disoccupazione, dimostrando errata la teoria fino ad allora dominante secondo cui se esiste disoccupazione essa è dovuta al rifiuto dei lavoratori di accettare salari più bassi. Per Keynes, viceversa, il fenomeno è dovuto a una carenza di domanda effettiva, ossia a un consumo o a un investimento insufficiente. Il meccanismo è schematicamente il seguente: a ogni livello di occupazione corrisponde un certo livello di reddito e a ogni livello di reddito corrisponde una certa spesa in beni di consumo. Data quindi una certa propensione al consumo (che Keynes suppone costante nel breve periodo), il livello dell'occupazione dipende dall'ammontare d'investimenti effettuati, i quali a loro volta dipendono dalla relazione tra efficienza marginale del capitale e tasso di interesse. L'esistenza della disoccupazione è pertanto dovuta a una prevista insufficiente redditività degli investimenti o a un eccessivo tasso d'interesse. Le implicazioni di politica economica che Keynes trae da questa analisi sono di tre ordini: controllo sui tassi d'interesse bancari, controllo sugli investimenti privati e attuazione d'investimenti pubblici, forte tassazione progressiva al fine di raggiungere una più uniforme distribuzione dei redditi e quindi aumentare la propensione al consumo della collettività. Il pensiero keynesiano ha avuto una tale influenza sia sull'evoluzione della teoria economica sia sui concreti indirizzi di politica economica governativa da far parlare di una “rivoluzione keynesiana”. I suoi contributi principali sono: dimostrazione della possibilità di un equilibrio di sottoccupazione; delineazione di una teoria macroeconomica; impulso sostanziale alle statistiche della contabilità nazionale; rilievo dato all'intervento pubblico nell'attività economica soprattutto ai fini di attenuare una depressione o frenare una fase di espansione. Nominato consigliere del cancelliere dello Scacchiere e membro del consiglio della Banca d'Inghilterra (1940) nel 1942 ebbe il titolo di lord. Frattanto elaborava un piano di ricostruzione economica e finanziaria e, in particolare, un piano monetario internazionale che prevedeva l'instaurazione di una International Clearing Union, una specie di banca centrale internazionale autorizzata a emettere una speciale moneta (Bancor). Il piano fu presentato e discusso nei negoziati che si conclusero con gli Accordi di Bretton Woods, ma gli fu preferito quello dell'americano White. Come teorico Keynes ebbe modo di esporre le sue idee nell'insegnamento a Cambridge, ma non disgiunse mai la teoria dalla pratica e, oltre alla notevole attività pubblica, in privato fu uomo d'affari, speculatore sui cambi, presidente di un'importante compagnia di assicurazioni. Altre opere: A Treatise on Probability (1921; Trattato sulla probabilità), The End of Laissez-Faire (1926; La fine del laissez-faire), Essays in Biography (1933; Saggi biografici), The Means to Prosperity (1933; I mezzi per ottenere la prosperità), How to Pay for the War (1940; Come pagare la guerra).
Bibliografia
G. U. Papi (a cura di), Studi keynesiani, Milano, 1953; R. Lekachman (a cura di), Il sistema keynesiano, Milano, 1966; L. R. Klein, La rivoluzione keynesiana, Milano, 1969; U. De Girolamo, Equilibrio e sottoccupazione nell'analisi di Keynes, Bari, 1989.