Karadžić, Vuk Stefanović
filologo, etnografo e storico serbo (Tršić 1787-Vienna 1864). Codificatore della lingua letteraria serbo-croata, con la sua opera pose le basi della moderna letteratura serba. Visse prevalentemente a Vienna (dal 1813), dove conobbe il filologo J. Kopitar; fu in Russia (1819), dove conobbe Karamzin e Žukovskij e in Germania (1823-24), dove allacciò rapporti di amicizia con i fratelli Jacob e Wilhelm Grimm e con Goethe. Pubblicò importanti raccolte di composizioni popolari (Piccolo canzoniere popolare slavo-serbo, 1814; Canzoniere popolare serbo, 1815; Canti popolari serbi, 1823-33 e 1841-65), che suscitarono l'ammirazione dell'Europa colta e romantica. Ancora nell'ambito della letteratura popolare curò la pubblicazione di racconti, di indovinelli e di proverbi, raccogliendo inoltre materiale etnografico che gli servì per la compilazione di Vita e costumi del popolo serbo (postumo, 1867). In campo linguistico vanno considerate due opere capitali: una Grammatica (1814) e il Vocabolario serbo (1818 e 1852). In esse, come in scritti minori (Scritti di grammatica), Karadžić venne esponendo i fondamenti teorici delle sue concezioni sulla lingua letteraria serbo-croata: una lingua che doveva attingere alla ricchezza lessicale dei dialetti parlati, basata su un'ortografia fonetica, non etimologica. Per applicare i principi della sua riforma linguistica, Karadžić tradusse il Nuovo Testamento (1847).