Johnson, Lyndon Baines
uomo politico e presidente degli USA (Stonewall, Texas, 1908-San Antonio 1973). Dopo aver conseguito un diploma di insegnante, entrò in politica come democratico, cominciando la sua carriera all'epoca del New Deal. Sostenitore di F. D. Roosevelt, si conquistò ben presto una base elettorale nel Texas. Eletto deputato nel 1937, partecipò alla seconda guerra mondiale; eletto senatore nel 1949, divenne presto (dal 1953) leader del gruppo democratico, contrastando spesso con successo la politica di D. D. Eisenhower. Privo di un messaggio politico personale ma assai abile come moderatore e coordinatore, fu battuto da J. F. Kennedy alla Convenzione di Los Angeles del 1960. I suoi legami col Sud e la sua abilità nei rapporti col Congresso gli valsero la scelta come candidato alla vicepresidenza. L'assassinio di Kennedy, il 22 novembre 1963, gli aprì la via alla presidenza, alla quale fu confermato dalle elezioni del 1964. In politica interna il provvedimento più importante sul piano sociale preso dalla sua amministrazione fu il Civil Rights Act del 1964, che mirava ad assicurare ai neri l'esercizio effettivo dei diritti civili e la fine della segregazione razziale nei rapporti sociali, ma che non valse a evitare l'esplodere del malcontento tra la popolazione di colore. Il problema maggiore con cui si misurò l'amministrazione Johnson fu tuttavia quello del Vietnam, ereditato da Kennedy e aggravato dal crescente impegno assunto da Johnson. Nel 1968 i 16.500 “consiglieri militari” inviati da Kennedy erano cresciuti fino a diventare mezzo milione di combattenti impegnati in una guerra coloniale. L'opposizione e il disagio provocati anche all'interno degli USA dalla guerra vietnamita indussero Johnson a rinunciare a riproporre la propria candidatura alle elezioni del 1968.