Internazionale sindacale
organizzazione sindacale a livello internazionale. Dopo numerosi tentativi, solo all'inizio del nostro secolo fu fondata una Federazione sindacale internazionale detta Internazionale sindacale gialla (Amsterdam, 1901). Essa impostò un programma esclusivamente economico, proclamò la propria apoliticità, ruppe ogni legame con l'Internazionale politica e con i singoli partiti nazionali, e si sfasciò allo scoppio della I guerra mondiale, dopo la quale i vari sindacati controllati dai comunisti decisero di riunirsi in una forte organizzazione rivoluzionaria di classe in stretto collegamento con quella politica (1920). Sorse così l'Internazionale sindacale rossa (Profintern), la cui attività fu troncata dal secondo conflitto mondiale. Anche il movimento contadino frattanto aveva sentito il bisogno di organizzarsi in campo internazionale: nel 1921 sorgeva a Utrecht una Internazionale cristiana, che esercitò una certa influenza in Belgio, Olanda, Germania,Gran Bretagna, Svizzera. Nel 1923 a Mosca nacque l'Internazionale contadina, che ebbe poi come sedi Berlino e Parigi, dove assunse il nome di Centro agrario internazionale: presidente ne fu il belga L. Delfimme e segretario l'italiano G. Miglioli. Durante la II guerra mondiale nacquero comitati sindacali franco-sovietici, anglo-sovietici, americano-sovietici con l'impegno di passare alla costituzione di una Federazione Sindacale Mondiale (FSM), che venne costituita a Parigi il 3 ottobre 1945, organizzando ca. 60 Paesi e 110 milioni di aderenti. Ma la rottura della solidarietà fra gli alleati della II guerra mondiale portò a una crisi della FSM. I sindacati dei Paesi del blocco atlantico e di quelli a esso collegati si staccarono dalla FSM e dettero vita alla Confederazione Internazionale Sindacati Liberi (CISL), mentre i sindacati di tendenza confessionale (cristiani, evangelisti e cattolici), fino al 1968 riuniti nella CISC, un'associazione espressamente confessionale, si riunirono nella Confederazione Mondiale del Lavoro (CMT). Il consolidarsi del risveglio dei popoli arabi portò alla costituzione di una loro Confederazione Internazionale Sindacati Arabi (CISA). Dopo il processo di decolonizzazione fu costituita in Africa un'Unione Sindacale Panafricana (USPA), che avrebbe dovuto realizzare l'unità dei sindacati di quel continente, ma il suo impegno è andato via via scemando sino all'annullamento, mentre un nuovo tentativo unitario nel continente nero è stato fatto parallelamente alla costituzione dell'Organizzazione dell'Unità Africana (OUA). Processi analoghi si sono manifestati anche in America Latina. In Europa occidentale sono state dapprima costituite filiazioni staccate delle tre centrali internazionali. Successivamente si è assistito alla nascita della Confederazione Europea dei Sindacati (CES), che inizialmente promossa dai sindacati occidentali aderenti alla CISL ha coinvolto via via i sindacati fuoriusciti dall'associazione facente capo al blocco comunista dell'Europa orientale. Nell'attesa di una nuova carta sociale per l'Europa unita, la CES come la CEEP, sindacato degli imprenditori, ha ormai assunto un ruolo importante nella formazione degli orientamenti economici dell'Unione Europea.