Gracco, Gàio Semprònio
IndiceBiografia
(latino Caíus Semproníus Gracchus). Uomo politico romano (Roma 154-121 a. C.). Fratello minore di Tiberio, ne continuò l'azione riformatrice: membro dal 133 a. C. della commissione triumvirale preposta all'esecuzione della legge agraria, fatta approvare dal fratello, si adoperò con ogni mezzo per il recupero dell'ager publicus da distribuire ai nullatenenti, suscitando le ire della nobiltà senatoria, che aveva larghe tenute, specialmente in Campania e nel Lazio. Tribuno della plebe (123-122 a. C.), promosse numerose leggi intese a ridurre la preminenza del Senato e a ridare potere alle assemblee popolari; fece dichiarare illegali le uccisioni di cittadini senza regolare processo, ottenne l'approvazione di una legge frumentaria per la distribuzione di frumento alla plebe a prezzo di mercato normale; varò la creazione di colonie a Taranto, a Cartagine e a Corinto (le prime fuori d'Italia); confermò la riforma agraria del fratello; rafforzò il ceto equestre, per contrapporlo al Senato, assegnandogli la vantaggiosa percezione delle decime nella provincia d'Asia e ammettendo suoi esponenti nelle giurie dei processi civili e in quelli straordinari, fino allora riservate ai senatori; riorganizzò i mercati, costituì depositi di grano, costruì strade, rianimò il commercio. Per compensare gli alleati italici dei danni subiti con il recupero dell'ager publicus, propose infine di concedere la cittadinanza romana a quanti fruivano dei diritti latini e i diritti latini a tutti gli altri. Il Senato a questo punto, per staccare da lui i ceti popolari, gli contrappose il collega nel tribunato Druso, che avanzò a sua volta proposte di leggi demagogiche. La manovra riuscì: presentandosi candidato al tribunato, Gracco non fu rieletto. Nei torbidi provocati dalla soppressione della colonia di Cartagine, tremila partigiani del tribuno furono trucidati ed egli si fece uccidere da uno schiavo.
Gracco oratore
Gracco fu il massimo oratore del suo tempo per doti naturali e per impeto di passione, con frasi grandiose e intensità di pensieri. Suoi primi interventi oratori furono la difesa dell'amico Vettio (Pro Vettio) e un discorso a favore della rogatio Papiria nel 131 a. C., legge che estese il voto scritto e quindi segreto ai comizi legislativi. Celebre il discorso da lui tenuto negli ultimi giorni di vita, quando era imminente la sua rovina. Ci restano solo frammenti, che confermano l'ammirazione degli antichi, anche degli avversari.