Galluppi, Pasquale
pensatore italiano (Tropea 1770-Napoli 1846). Professore di logica e metafisica nella Regia Università di Napoli, sviluppò la sua filosofia dal pensiero da Cartesio e di Kant e criticò severamente l'idealismo tedesco. Fra le sue opere: Lettere filosofiche sulle vicende della filosofia relativamente ai principi della conoscenza umana da Cartesio sino a Kant inclusivamente (1827), Lezioni di logica e metafisica (1832-34), Filosofia della volontà (1832-42). Galluppi propone una filosofia dell'esperienza a mezza strada fra l'empirismo e il razionalismo, intesa a superare il kantismo ridotto a scetticismo. Contro Kant egli rivendica l'oggettività della sensazione: essa ci rivela il contenuto delle cose (pur non cogliendone l'essenza, né afferrando il modo in cui questo contenuto agisce sullo spirito); da un'analisi di essa, lo spirito trae le categorie di “sostanza” e “causa” che, con i giudizi d'“identità” e “diversità” con cui paragoniamo i contenuti dell'esperienza, permettono la costruzione del sistema del sapere. La novità di Galluppi è tutta in questo concetto di esperienza, arricchito di quelle “categorie” che lo spirito deve analizzare per farne strumenti del sapere. La sua critica dell'esperienza s'inscrive in un più ampio sistema filosofico che culmina in un'etica che può essere definita una versione cristiana della kantiana etica del dovere e in una teologia naturale. Maggiore fama provenne a Galluppi dalle sue Lettere, limpida esposizione di certi aspetti della filosofia moderna, come pure dai suoi scritti di filosofia politica in cui propugna un liberalismo moderato.