Costantinòpoli

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colonia fondata nel 658 a. C. dai Megaresi con il nome di Bisanzio, mutato in Costantinopoli nel 330 d. C. (per la geografia, l'arte e l'urbanistica, vedi İstanbul). Fu, tra le città abitate dagli Elleni, una delle meglio situate potendo controllare dal Bosforo le vie commerciali per e dal Mar Nero. Già citata dagli storici nel sec. VI a. C., fu spesso oggetto delle mire dei Persiani, delle città ioniche e delle maggiori città greche. Nel sec. V a. C. fu contesa tra Sparta e Atene; accanto a quest'ultima partecipò alla guerra del Peloponneso, ma, prima che questa avesse termine, cadde in mano agli Spartani. Nel sec. IV fu ora alleata di Atene, ora di Sparta o di Tebe e si legò infine a Filippo il Macedone. Nelle guerre fra i Diadochi cercò spesso la neutralità per poter continuare tranquilla i suoi traffici. Minacciata da Rodi, dal re di Bitinia e specialmente dai Traci, trovò (inizio sec. II a. C.) un appoggio nei Romani. Avendo sostenuto Pescennio Nigro contro Settimio Severo, fu da questi semidistrutta e duramente umiliata (196 d. C.). Conquistata da Licinio nel 313, nel 323 fu occupata da Costantino, che nel 330 l'elevò a capitaleotivi strategici e politici. Ingrandita e abbellita, densamente popolata (raggiunse i 500.000 abitanti nel sec. V), Costantinopoli assurse ben presto alla dignità di grande metropoli religiosa (sede, tra il sec. IV e il IX, di quattro concili, la città divenne nel 588 patriarcato ecumenico), culturale (università), economica (punto d'incrocio delle vie commerciali d'Oriente e d'Occidente). L'artigianato e i traffici vi avevano vita intensa; ma i due poli di forza erano l'imperatore con la sua corte e un clero potente e geloso dei suoi privilegi. Il popolo, mai estraneo alle dispute teologiche, era irrequieto e facile ai tumulti. Ben difesa da ogni parte, la città respinse sempre tutti i tentativi di conquista (Unni, Goti, Slavi, Avari, Arabi, bulgari, serbi, Normanni) sino al 1204, quando cadde una prima volta nelle mani dei Crociati, che fondarono l'Impero latino d'Oriente (1204-61); i Turchi ottomani accerchiarono gradatamente la città e la presero nel 1453. Nel 1465 Costantinopoli divenne ufficialmente la capitale dell'Impero ottomano. I sultani trasformarono Santa Sofia in moschea e ne costruirono altre in città. La città si estende sulla collina di Pera (detta dai turchi Beyoglu) e sino a Üsküdar (Scutari), al di là del Bosforo. Con gli anni prevalse l'elemento turco, senza però che la città perdesse la sua caratteristica di caleidoscopio di tutte le genti dell'impero. I latini furono, in genere, ben trattati; e anche la religione cristiana godette di un certo rispetto. La vita politica di Costantinopoli si fuse con quella dell'Impero ottomano; la presenza della corte e del sultano non rappresentò, probabilmente, un fattore di progresso civile e gli scambi artistici e culturali col resto dell'Europa rimasero assai modesti. Solo nel 1846 fu aperta a Costantinopoli un'università. Dopo la prima guerra mondiale, la città fu occupata da truppe dell'Intesa e nel 1923, dopo il trasferimento ad Ankara dell'Assemblea Nazionale e del governo, perse ogni importanza politica. § A Costantinopoli Teodosio promulgò l'editto contro l'idolatria; nel corso dei secoli fu inoltre sede di paci e trattati e vi ebbe luogo la convenzione del 1888 sul canale di Suez. Per l'arte, vedi İstanbul e bizantino. "Per approfondire Vedi Gedea Arte vol. 3 pp 34-37, 74-75" "Per approfondire Vedi Gedea Arte vol. 3 pp 34-37, 74-75"

Per la storia

R. Guerdan, Vie, grandeur et misère de Bysance, Parigi, 1954; M. Philips Price, Storia della Turchia, Bologna, 1958; H. W. Haussig, Storia e civiltà di Bisanzio, Milano, 1964; L. Pietromarchi, Turchia vecchia e nuova, Milano, 1965; R. Mantran, La vita quotidiana a Costantinopoli ai tempi di Solimano, Milano, 1985.

Per la geografia e l'arte

Vedi alla voce İstanbul.

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