'Alī ibn Abī Ṭalib
quarto califfo dell'Islam (La Mecca ca. 600-Kufa 661). Cugino di Maometto, fu tra i primi suoi seguaci e collaboratori nella diffusione della nuova fede. Pur avendo sposato la figlia di Maometto, Fatima, non godette speciale prestigio presso il suocero e, alla sua morte, rimase escluso dalla successione. Solo quando fu ucciso il califfo ʽOsmān (656), 'Alī ibn Abī Ṭālib, forse complice dell'assassinio, fu elevato alla carica suprema. Dovette subito affrontare una rivolta guidata da ʽA'isha, vedova di Maometto; il successo gli arrise nella famosa “battaglia del cammello” (656). Più lunga fu la lotta con Mu'awiyah, parente di ʽOsmān e padrone della Siria. 'Alī ibn Abī Ṭālib, abbandonato da una parte dei suoi (che si dichiararono Khārigiti, ossia ribelli), subì l'iniziativa di Mu'awiyah, che intanto s'impossessava anche dell'Egitto. Un kharigita lo assassinò a Kufa, dopo 4 anni di califfato. Il partito di 'Alī ibn Abī Ṭālib costituì il nucleo dello sciismo (vedi Shiʽa). Per gli sciiti estremisti 'Alī ibn Abī Ṭālib divenne un'incarnazione di Dio.